L’arcivescovo di Colombo: nel Paese ci siano pace, riconciliazione e unità nazionale
“Attraverso il dialogo, portiamo avanti la causa della popolazione ancora sofferente
nel Nord e nell’Est e conduciamo il Paese sulla strada di una pace sostenibile, una
riconciliazione tra le comunità e l’unità nazionale. La predisposizione allo scontro
e le dichiarazioni inattese non ci aiuteranno in questo impegno”. E’ quanto ha detto
mons. Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo, partecipando il 3 agosto scorso a un
incontro tra sacerdoti e religiosi di varie parti del Paese presso l’auditorium del
Sedec (Centro per lo sviluppo economico e sociale) della Caritas Sri Lanka, nella
capitale. L'incontro era a porte chiuse e notizie su di esso sono circolate solo oggi.
Le riferisce AsiaNews. Tra i partecipanti c’erano mons. Harold Anthony Perera, presidente
del Sedec e vescovo di Kurunegala, mons. Norbert Andrai vescovo di Anuradhapura e
padre George Sigamoney, direttore del Sedec. Padre Henry Silva e Shelton Fernando
sono stati i moderatori dell’incontro. Sacerdoti e religiosi del Nord e dell’Est del
Paese hanno espresso preoccupazione per le difficoltà e le sofferenze della popolazione,
specie per le famiglie profughe reinsediate e per chi è ancora nei campi profughi.
Hanno detto che “nonostante le apparenze esterne, ci sono ancora molte gravi difficoltà,
come rapimenti, estorsioni, minacce e violenze contro le donne, mancanza di un tenore
di vita e di abitazioni decenti, mancanza di terreni [da coltivare], restrizioni negli
spostamenti, e così via”. Mons. Ranjith, sentito questo, ha commentato che la situazione
è davvero complessa e che “purtroppo ci sono nel Paese elementi al di fuori del nostro
controllo. Questo deve essere chiaro. Qualsiasi cosa la Chiesa dica nel sud, non deve
provocare peggioramenti della situazione delle gente che soffre”. “Noi non stiamo
in silenzio. Siamo molto attivi. Tuttavia vogliamo usare il dialogo come mezzo per
riuscire a restaurare una normalità a Nord e a Est. C’è una modalità di azione cristiana,
basata sugli insegnamenti di Gesù. Non è utile che noi creiamo ulteriori problemi.
Non sarebbe cristiano e non aiuterebbe la gente che soffre”. Il dott. Paikiasothy
Saravanamuthu, direttore del Centro per politiche alternative, e Rohan Edirisinghe,
esperto di diritto costituzionale, hanno tenuto il successivo discorso sulla comprensione
e la riconciliazione che derivano da determinate esperienze. I partecipanti hanno
discusso sui possibili interventi della Chiesa, con la preoccupazione di evitare errori
passati. Il convegno ha raccomandato un ritorno a un governo civile nel Nord e nell’Est,
l'applicazione di un codice di comportamento per i militari che operano nella zona,
la fine della legislazione d’emergenza e della colonizzazione di queste regioni -
favorita dal governo - che rende i Tamil della gente senza terra. Padre Sigamoney
ha espresso la speranza che prosegua questo dialogo tra Nord e Sud e che il lavoro
comune e la condivisione dei problemi porti a una maggiore comprensione e accettazione
della verità.