La Chiesa celebra la memoria di Santa Chiara, fondatrice delle Clarisse
“Una sequela di Cristo che può scuotere ancora oggi la nostra società e provocarla,
innanzitutto in ciò che l'affascina maggiormente, cioè la ricchezza materiale, il
denaro, il lusso, il dominio e la superiorità sugli altri”: è quanto ha detto oggi
il cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, a proposito
della scelta radicale di Chiara d’Assisi, che la Chiesa ricorda oggi. Il porporato
ha presieduto alle 11, nella cittadina umbra, nel protomonastero delle Clarisse dedicato
alla Santa, una Messa solenne; nella sua omelia ha sottolineato che se “agli occhi
della nostra attuale società, che dà la priorità al denaro e al potere”, in Chiara
e Francesco la povertà “potrebbe apparire come un limite e una disgrazia”, “invece
… si è mostrata una via di libertà interiore, di adorazione a Dio e di servizio amorevole
agli altri”. “Il non avere nessuna proprietà, ma solo l'uso delle cose, ci rende veramente
liberi dalla ricerca sfrenata delle ricchezze materiali, spesso a danno degli altri,
che non hanno neanche il necessario per vivere degnamente” ha aggiunto il cardinale
Hummes che ha definito la povertà radicale di Santa Chiara “un segno profetico di
un mondo più libero, giusto e fraterno”. Ma quali i tratti della personalità di Chiara
che alla storia l’hanno fatta conoscere come una donna forte? Tiziana Campisi
lo ha chiesto a padre Giuseppe Piemontese, custode del Sacro Convento di Assisi:
R. - Santa
Chiara è stata una giovane donna del suo tempo che ha vissuto in pieno le vicende
della sua famiglia della sua città, dell’ambiente culturale in cui viveva. Una donna
che partendo dalla situazione concreta della vita di ogni giorno poi si è dedicata
totalmente al Signore e nel Signore ha abbracciato e ha riletto tutte le vicende del
suo tempo, le situazioni difficili della sua città e ha dato un apporto notevole alla
pacificazione degli ambienti cittadini, ma anche alla santificazione di questa città.
Una giovane donna entusiasta, innamorata: soltanto una persona innamorata, un po’
pazza può fare quello che ha fatto Chiara, abbandonare la famiglia per dedicarsi totalmente
al Signore, nella vita di preghiera e di contemplazione. Tutto ciò non l’ha estraniata
dalle vicende della sua città e dalle vicende di Francesco e dei Frati minori, ai
quali è stata molto vicina e, con la sapienza che il Signore le aveva donato, ha saputo
consigliare e aiutare sia nel discernimento di Francesco per la strada da percorrere,
sia per il richiamo ai frati a una maggiore fedeltà al Signore.
D. -
Una donna, Santa Chiara, che ha scelto una vita contemplativa, ma che ha offerto un
contributo anche nella vita attiva. Quale oggi l’eredità che lascia?
R.
- Il discorso è che chiunque vive nella contemplazione, nella clausura, non si estranea
dai suoi fratelli, dalla società del suo tempo. Chiara, questo, lo ha vissuto in una
maniera straordinaria, credo che questa testimonianza di una donna pienamente inserita
nel suo contesto storico, è ciò di cui oggi necessita il nostro mondo. Non è una fuga,
non è un rifugiarsi in un ambiente tranquillo, ma è un mettersi davanti al Signore
portando col cuore e sulle spalle i problemi e le situazioni del mondo nel quale ci
troviamo. Questo fanno ancora oggi migliaia di donne, sia discepole di Santa Chiara,
sia anche discepole di altre sante dedite alla contemplazione e alla preghiera.
D.
- Non si può non parlare di spiritualità francescana senza citare Santa Chiara. Oggi
qual è l’apporto offerto dalle Clarisse e dalle Francescane al ramo maschile?
R.
- C’è una dimensione di contemplazione, una dimensione proprio femminile di sperimentare
il cristianesimo che i francescani oggi devono riscoprire e di cui devono avvalersi.
Noi uomini siamo portati un po’ a vedere il nostro carisma, la nostra missione, credo
più alla luce, proprio della nostra costituzione maschile; ma alla dimensione
dell’affettività, la dimensione della contemplazione della preghiera, la dimensione
dell’attenzione alle persone più in difficoltà, proprio di una madre quale era Santa
Chiara, credo che di questo noi oggi abbiamo bisogno. Come Francesco ha avuto bisogno
di Chiara, così anche noi oggi abbiamo bisogno di questo.