2010-08-11 14:41:44

Diminuiscono i roghi in Russia: colpite anche le zone contaminate dal disastro di Chernobyl


A Mosca oggi l’aria è più pulita. I temporali notturni hanno spazzato via i fumi tossici generati dagli incendi che negli ultimi giorni hanno devastato la regione centrale della Russia. Il livello di monossido di carbonio è tornato a livelli quasi normali, nonostante la temperatura sia già risalita oltre i 30 gradi. All’allarme nella capitale, che resta alto, se ne aggiunge un altro. Le fiamme hanno raggiunto Bryansk, regione contaminata nel 1986 dal disastro nucleare di Chernobyl. La denuncia è della guardia forestale russa che data gli incendi sin dal 6 agosto: il fuoco avrebbe già devastato quattromila ettari contaminati. Le autorità russe hanno minimizzato qualsiasi rischio, per gli esperti non è una catastrofe perché la maggior parte delle particelle inquinate è in profondità, ciò che brucia si trova in superficie. Allarme arriva invece da organizzazioni come Greenpeace e da alcuni ecologisti russi. Francesca Sabatinelli ha intervistato Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto dell’Inquinamento Atmosferico del Cnr e docente all’università del Michigan.RealAudioMP3

R. – Noi non abbiamo dati ufficiali per poter capire a che livello è stato bonificata, a suo tempo, tutta l’area. Il rischio potenziale esiste perché gli incendi mettono in gioco tutta una serie di radionuclidi a suo tempo depositati e fissati nella parte superiore del suolo dell’ecosistema terrestre in generale. Gli incendi, il rischio potenziale lo pongono. L’unico modo che abbiamo per vedere, l’effettivo livello di rischio sono i dati di monitoraggio atmosferico dei radionuclidi, per vedere se il livello radioattivo aumenta o meno. Al momento non ci sono allarmi né dall’Agenzia europea per l’ambiente né dall’Organizzazione mondiale della sanità .

D. – Professore, per quanto riguarda il resto dell'Europa?

R. – C’è una rete europea e al momento non ha segnalato incrementi significativi della radioattività, oltre i valori della radioattività naturale.

D. – Andando a vedere quello che sta succedendo a Mosca: si sono viste immagini di una città completamente avvolta da una nebbia fortissima. Questo quanto è pericoloso?

R. – Questo è molto pericoloso: c’è un’allerta relativa alla salute pubblica indotta dall’esposizione a questi fumi, a particelle sottili sospese nell’atmosfera e questo fa sì che soprattutto i gruppi di popolazione particolarmente critici, come gli anziani e i bambini e tutti coloro che hanno patologie di tipo respiratorio, possono incorrere in problemi sanitari molto molto seri. E questo lo stiamo vedendo ogni giorno: in quelle condizioni ambientali, le condizioni per la salute pubblica sono critiche.

D. – Ma un inquinamento atmosferico di questo tipo per quanto tempo può restare in atto?

R. – Oltre all’impatto sulla salute, quindi a livello locale, c’è anche un impatto sul clima; c’è un trasporto di questa nube tossica – così è il caso di definirla – nella parte alta della troposfera fino alla stratosfera, e questa avrà una ripercussione sulle condizioni climatiche nel medio e lungo termine. Questo fumo e queste particelle, infatti, resteranno in circolo su scala globale per un po’ di tempo, fin quando verranno rimosse dai processi di deposizione e trasporto a lunga distanza.

D. – E questo non è un problema che interesserà solo la Russia…

R. – Ma, no: questo avrà impatto su tutta la scala globale. Vedremo sicuramente un impatto sugli ecosistemi polari, soprattutto al Polo Nord, ma anche un impatto sulla composizione chimica dell’atmosfera in altri continenti.







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