Bomba nella provincia settentrionale irachena di Divala: 8 soldati morti
L’esplosione di una bomba nella provincia settentrionale irachena di Divala ha causato
la morte di otto soldati iracheni ed il ferimento di altri quattro. L’esplosione si
è verificata mentre i soldati perquisivano una casa nella città di Sadiya, a nordest
della capitale della provincia Baquba. Secondo quanto riferisce la polizia locale,
si sarebbe trattato di una vera e propria trappola: la casa era imbottita di esplosivo;
quando i militari sono entrati è stata fatta saltare.
A Damasco vertice
tra Siria e Iran: Libano e Iraq in agenda Il Libano e l'Iraq sono in cima all'agenda
dei colloqui previsti oggi a Damasco tra il presidente siriano Bashar al Assad e il
ministro degli Esteri iraniano Manuchehr Mottaki. Lo riferisce il quotidiano panarabo
al Hayat. Il giornale precisa che Mottaki, giunto ieri sera nella capitale siriana,
ha affermato che il suo Paese “intende rafforzare il ruolo della resistenza, del sostegno
reciproco e della cooperazione regionali per fronteggiare le minacce esterne, in particolare
quelle sioniste”. L'incontro Assad-Mottaki di Damasco si svolge due giorni dopo la
visita ufficiale a Teheran del ministro degli Esteri libanese Ali Shami, del partito
sciita Amal, storico alleato della Siria. Proprio a Beirut si è svolto circa due settimane
fa il vertice tripartito tra Siria, Libano e Arabia Saudita, quest'ultima rivale regionale
proprio dell'Iran. Damasco e Teheran sono legati da 30 anni da una stretta alleanza
strategica e sono due Paesi che tradizionalmente esercitano forti influenze sia sull'Iraq
che sul Libano. Fonti iraniane in Siria hanno detto che “l’Iran e la Siria lavorano
inoltre assieme per aiutare gli iracheni a formare il loro governo”, dopo cinque mesi
dalle elezioni legislative.
Immigrati sulle coste siciliane, mons. Ciliberti
chiede di garantire l’accoglienza Avviate le procedure di espulsione per i
35 immigrati maggiorenni giunti domenica notte sulle coste di Linosa assieme ad altri
4 minorenni, che invece sono stati affidati a strutture agrigentine. Nella notte,
inoltre, altre 12 persone sono approdate in Sardegna. Il tema intanto è tornato al
centro del dibattito politico. “Bisogna garantire l’accoglienza agli immigrati”, ha
detto mons. Antonio Ciliberti, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e vicepresidente
della Conferenza episcopale calabra. Oggi il presule ha concluso il meeting dei Calabresi
nel Mondo, a Soverato, dal titolo “Calabria terra di migrazione e di accoglienza”.
Eugenio Bonanata lo ha intervistato:
R. - E’ giusto
e doveroso che nello spirito della solidarietà ci si apra all’accoglienza di questi
nostri fratelli - sapendo bene - soprattutto animati dallo spirito cristiano, che
la nostra patria è il mondo e che ogni uomo è nostro fratello e che nessuno ha diritto
ad esser felice da solo, ma che la nostra felicità sta soprattutto nel far felici
gli altri.
D. - Nelle ultime 48 ore sono ripresi gli sbarchi nel sud
Italia e si è riacceso il dibattito sulla normativa...
R. - Ogni uomo
ha per sé il diritto di emigrare, cioè il diritto di andare là dove potrà in pienezza
realizzare la sua identità. Non si può respingere un fratello senza alcun motivo,
perché certamente chi viene, viene con la sua povertà, viene con i suoi limiti, con
le sue indigenze. “Quale delitto ha compiuto questo per cui si respinge? Solo il diritto
di esser nato, e di esser nato in un Paese diverso da quello verso il quale orienta
le sue speranze?” Penso, che questo non sia proprio giusto!
D. - La
Caritas ha chiesto in queste ore alla politica di non fare un uso strumentale dell’immigrazione,
ma che cosa si può fare per queste persone?
R. - E’ doveroso impegnarsi
a metter su una legislazione che sia confacente, e che possa salvaguardare la dignità
dell’uomo senza naturalmente intaccare altri valori.
Kagame riconfermato
presidente del Rwanda con il 93% dei consensi Il presidente uscente del Rwanda,
Paul Kagame, è stato riconfermato con il 93% dei consensi. Lo rende noto la commissione
elettorale nazionale. L'opposizione e i gruppi per i diritti umani hanno puntato l'indice
contro il clima di violenza e intimidazione, caratterizzati dall'uccisione di un giornalista
ed un responsabile dei partiti di opposizione. Gli osservatori del Commonwealth, dal
canto loro, hanno detto che il voto è stato pacifico e ben organizzato, sottolineando
però la necessità che il Paese avvii un confronto sulla partecipazione in politica
e la libertà degli organi di informazione.
Colombia e Venezuela annunciano
la ripresa delle relazioni diplomatiche Si è chiuso positivamente il vertice
di ieri tra i presidenti di Colombia e Venezuela a Santa Marta, in Colombia. Chavez
aveva rotto i rapporti con la Colombia dopo che il precedente governo di Alvaro Uribe
lo aveva accusato di proteggere guerriglieri colombiani in territorio venezuelano.
Il servizio di Elisa Castellucci:
Santos e
Chavez hanno annunciato la ripresa ufficiale delle relazioni diplomatiche. Dopo il
loro incontro, i due presidenti hanno dichiarato che “rilanceranno le relazioni bilaterali
e ristabiliranno i legami politici sulla base di un dialogo trasparente e diretto”.
Secondo Chavez, è arrivato il momento “di voltare pagina” nelle relazioni con Bogotà.
Ha ribadito che “il governo non appoggia e non permetterà la presenza della guerriglia,
ne’ il terrorismo ne’ il narcotraffico in territorio venezuelano”. Il leader colombiano
ha inoltre aggiunto che il Paese “ha la sovranità” di concludere un accordo militare
con gli Stati Uniti per combattere il traffico di droga, che nel 2009 aveva scatenato
una furiosa reazione di Caracas, portando ad un congelamento dei rapporti con Bogotà.
Il summit si è chiuso con la costituzione di una commissione speciale congiunta che
avrà il compito di prevenire la presenza e le azioni dei gruppi armati intensificando
la presenza dei militari sulla frontiera di entrambi gli Stati.
Tentativi
di comunicazione tra Corea del Sud e Corea del Nord La Corea del Sud
ha inviato questa mattina un messaggio alla Corea del Nord sollecitando l'immediato
rilascio del peschereccio sudcoreano e del suo equipaggio bloccati tre giorni fa nel
mar del Giappone, nel mezzo di un'altra escalation di tensione militare tra i due
Paesi. Il messaggio, riferisce l'agenzia Yonhap, contiene l'invito a liberare “immediatamente”
i sette componenti (quattro sudcoreani e tre cinesi) dell'equipaggio del peschereccio
Daeseung, “in linea con il diritto internazionale e per motivi umanitari”. Seul è
al lavoro per fare chiarezza sull'episodio che, secondo Pyongyang, ha visto il peschereccio
da 41 tonnellate entrare nella zona economica esclusiva del Nord. Lunedì la Corea
del Nord ha sparato più di 100 colpi di artiglieria lungo il confine del mar Giallo,
proprio nell'area in cui la Corea del Sud aveva appena terminato le esercitazioni
navali di cinque giorni.
Marea nera: nuovo stop per la Bp A causa
dell’arrivo di un altro uragano sulle coste del Golfo del Messico, la British Petroleum
ha annunciato due o tre giorni di blocco nell’operazione finale “bottom kill” ritenuta
risolutiva per la perdita di petrolio in mare. L’operazione “bottom kill” consiste
nell’avvicinamento di un pozzo secondario per spingere catrame e fango dal basso e
per chiudere la perdita. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 223
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