2010-08-11 14:56:42

Bomba nella provincia settentrionale irachena di Divala: 8 soldati morti


L’esplosione di una bomba nella provincia settentrionale irachena di Divala ha causato la morte di otto soldati iracheni ed il ferimento di altri quattro. L’esplosione si è verificata mentre i soldati perquisivano una casa nella città di Sadiya, a nordest della capitale della provincia Baquba. Secondo quanto riferisce la polizia locale, si sarebbe trattato di una vera e propria trappola: la casa era imbottita di esplosivo; quando i militari sono entrati è stata fatta saltare.

A Damasco vertice tra Siria e Iran: Libano e Iraq in agenda
Il Libano e l'Iraq sono in cima all'agenda dei colloqui previsti oggi a Damasco tra il presidente siriano Bashar al Assad e il ministro degli Esteri iraniano Manuchehr Mottaki. Lo riferisce il quotidiano panarabo al Hayat. Il giornale precisa che Mottaki, giunto ieri sera nella capitale siriana, ha affermato che il suo Paese “intende rafforzare il ruolo della resistenza, del sostegno reciproco e della cooperazione regionali per fronteggiare le minacce esterne, in particolare quelle sioniste”. L'incontro Assad-Mottaki di Damasco si svolge due giorni dopo la visita ufficiale a Teheran del ministro degli Esteri libanese Ali Shami, del partito sciita Amal, storico alleato della Siria. Proprio a Beirut si è svolto circa due settimane fa il vertice tripartito tra Siria, Libano e Arabia Saudita, quest'ultima rivale regionale proprio dell'Iran. Damasco e Teheran sono legati da 30 anni da una stretta alleanza strategica e sono due Paesi che tradizionalmente esercitano forti influenze sia sull'Iraq che sul Libano. Fonti iraniane in Siria hanno detto che “l’Iran e la Siria lavorano inoltre assieme per aiutare gli iracheni a formare il loro governo”, dopo cinque mesi dalle elezioni legislative.

Immigrati sulle coste siciliane, mons. Ciliberti chiede di garantire l’accoglienza
Avviate le procedure di espulsione per i 35 immigrati maggiorenni giunti domenica notte sulle coste di Linosa assieme ad altri 4 minorenni, che invece sono stati affidati a strutture agrigentine. Nella notte, inoltre, altre 12 persone sono approdate in Sardegna. Il tema intanto è tornato al centro del dibattito politico. “Bisogna garantire l’accoglienza agli immigrati”, ha detto mons. Antonio Ciliberti, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e vicepresidente della Conferenza episcopale calabra. Oggi il presule ha concluso il meeting dei Calabresi nel Mondo, a Soverato, dal titolo “Calabria terra di migrazione e di accoglienza”. Eugenio Bonanata lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - E’ giusto e doveroso che nello spirito della solidarietà ci si apra all’accoglienza di questi nostri fratelli - sapendo bene - soprattutto animati dallo spirito cristiano, che la nostra patria è il mondo e che ogni uomo è nostro fratello e che nessuno ha diritto ad esser felice da solo, ma che la nostra felicità sta soprattutto nel far felici gli altri.

D. - Nelle ultime 48 ore sono ripresi gli sbarchi nel sud Italia e si è riacceso il dibattito sulla normativa...

R. - Ogni uomo ha per sé il diritto di emigrare, cioè il diritto di andare là dove potrà in pienezza realizzare la sua identità. Non si può respingere un fratello senza alcun motivo, perché certamente chi viene, viene con la sua povertà, viene con i suoi limiti, con le sue indigenze. “Quale delitto ha compiuto questo per cui si respinge? Solo il diritto di esser nato, e di esser nato in un Paese diverso da quello verso il quale orienta le sue speranze?” Penso, che questo non sia proprio giusto!

D. - La Caritas ha chiesto in queste ore alla politica di non fare un uso strumentale dell’immigrazione, ma che cosa si può fare per queste persone?

R. - E’ doveroso impegnarsi a metter su una legislazione che sia confacente, e che possa salvaguardare la dignità dell’uomo senza naturalmente intaccare altri valori.

Kagame riconfermato presidente del Rwanda con il 93% dei consensi
Il presidente uscente del Rwanda, Paul Kagame, è stato riconfermato con il 93% dei consensi. Lo rende noto la commissione elettorale nazionale. L'opposizione e i gruppi per i diritti umani hanno puntato l'indice contro il clima di violenza e intimidazione, caratterizzati dall'uccisione di un giornalista ed un responsabile dei partiti di opposizione. Gli osservatori del Commonwealth, dal canto loro, hanno detto che il voto è stato pacifico e ben organizzato, sottolineando però la necessità che il Paese avvii un confronto sulla partecipazione in politica e la libertà degli organi di informazione.

Colombia e Venezuela annunciano la ripresa delle relazioni diplomatiche
Si è chiuso positivamente il vertice di ieri tra i presidenti di Colombia e Venezuela a Santa Marta, in Colombia. Chavez aveva rotto i rapporti con la Colombia dopo che il precedente governo di Alvaro Uribe lo aveva accusato di proteggere guerriglieri colombiani in territorio venezuelano. Il servizio di Elisa Castellucci:RealAudioMP3

Santos e Chavez hanno annunciato la ripresa ufficiale delle relazioni diplomatiche. Dopo il loro incontro, i due presidenti hanno dichiarato che “rilanceranno le relazioni bilaterali e ristabiliranno i legami politici sulla base di un dialogo trasparente e diretto”. Secondo Chavez, è arrivato il momento “di voltare pagina” nelle relazioni con Bogotà. Ha ribadito che “il governo non appoggia e non permetterà la presenza della guerriglia, ne’ il terrorismo ne’ il narcotraffico in territorio venezuelano”. Il leader colombiano ha inoltre aggiunto che il Paese “ha la sovranità” di concludere un accordo militare con gli Stati Uniti per combattere il traffico di droga, che nel 2009 aveva scatenato una furiosa reazione di Caracas, portando ad un congelamento dei rapporti con Bogotà. Il summit si è chiuso con la costituzione di una commissione speciale congiunta che avrà il compito di prevenire la presenza e le azioni dei gruppi armati intensificando la presenza dei militari sulla frontiera di entrambi gli Stati.

Tentativi di comunicazione tra Corea del Sud e Corea del Nord
La Corea del Sud ha inviato questa mattina un messaggio alla Corea del Nord sollecitando l'immediato rilascio del peschereccio sudcoreano e del suo equipaggio bloccati tre giorni fa nel mar del Giappone, nel mezzo di un'altra escalation di tensione militare tra i due Paesi. Il messaggio, riferisce l'agenzia Yonhap, contiene l'invito a liberare “immediatamente” i sette componenti (quattro sudcoreani e tre cinesi) dell'equipaggio del peschereccio Daeseung, “in linea con il diritto internazionale e per motivi umanitari”. Seul è al lavoro per fare chiarezza sull'episodio che, secondo Pyongyang, ha visto il peschereccio da 41 tonnellate entrare nella zona economica esclusiva del Nord. Lunedì la Corea del Nord ha sparato più di 100 colpi di artiglieria lungo il confine del mar Giallo, proprio nell'area in cui la Corea del Sud aveva appena terminato le esercitazioni navali di cinque giorni.

Marea nera: nuovo stop per la Bp
A causa dell’arrivo di un altro uragano sulle coste del Golfo del Messico, la British Petroleum ha annunciato due o tre giorni di blocco nell’operazione finale “bottom kill” ritenuta risolutiva per la perdita di petrolio in mare. L’operazione “bottom kill” consiste nell’avvicinamento di un pozzo secondario per spingere catrame e fango dal basso e per chiudere la perdita. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 223

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