Pakistan e India flagellate dal maltempo. Allarme epidemie di "Medici Senza Frontiere"
Il Pakistan devastato dalle alluvioni. Almeno sei milioni le persone bisognose d’aiuto.
Si tratta della peggiore catastrofe umanitaria della storia del Paese. L’Onu si è
rivolto alla comunità internazionale chiedendo diverse centinaia di milioni di dollari
per rispondere alle necessità immediate. L’ondata di maltempo ha colpito anche la
regione indiana del Ladakh, dove il numero delle vittime è salito a 165 persone, centinaia
i dispersi. Michele Raviart ha intervistato Pierluigi Testa, capo missione
di Medici Senza Frontiere che sta opererando lungo la frontiera pakistana del Balucistan:
R. – Ci
troviamo nella zona di Peshawar, nella zona del Balucistan, quindi tutto lungo la
frontiera afghana, e stiamo facendo esplorazioni anche lungo la zona di Sindh che
da due giorni è stata colpita da queste inondazioni, e nella zona del Pundjab. Da
qualche giorno stiamo facendo interventi anche con distribuzione di kit di igiene
per prevenire le malattie legate all’acqua, stiamo vedendo cosa possiamo fare per
le popolazioni che in questo momento sono ancora sotto l’acqua, identificare queste
persone per poterle aiutare in termini di assistenza medica: in pratica, tutti i dispensari
della zona sono completamente alluvionati …
D. – Quanti
sono i pakistani coinvolti nell’emergenza, in particolare a Peshawar?
R.
– I numeri sono molti contraddittori: sono intorno ai 14 milioni; a Peshawar sembra
ce ne siano 4 milioni. Il Pakistan adesso è un Paese completamente ricoperto d’acqua.
Non si può dire che una zona sia più colpita di un’altra perché il Pakistan vive ora
un’emergenza globale.
D. – Quanti siete ad operare nella
zona?
R. – Qui in Pakistan siamo intorno ad un centinaio
di persone di staff internazionale e 1.200-1.300 persone dello staff nazionale. Penso
che nelle prossime settimane sicuramente verrà qualcuno, ma fino ad oggi le uniche
persone che stanno facendo qualcosa sono il governo, la Croce Rossa internazionale
che opera attraverso la Croce Rossa pakistana che sta cercando di intervenire nelle
zone colpite.
D. – Cosa vi serve?
R.
– Medici senza frontiere è un’organizzazione di medici in urgenza ed in emergenza,
però qui dietro possono esserci anche organizzazioni che possono aiutare queste popolazioni
alla ricostruzione di tutto quello che hanno perso. La distribuzione di cibo sarebbe
l’ideale per queste persone, perché uno dei problemi che possiamo identificare è la
malnutrizione, soprattutto per i bambini, perché non hanno più nulla da mangiare.
D.
– Temete un’emergenza sanitaria particolare?
R. – Il
colera che potrebbe scoppiare da un momento all’altro, nel momento in cui si verifichi
una mancanza di igiene per queste persone.
D. – Quali
sono le prospettive a breve termine?
R. – La prima fase
di emergenza è ancora in atto. Quanto durerà? Durerà per mesi, perché ci vorrà tempo
prima che la situazione possa tornare alla normalità.