No alla sete di dominio, sì alla logica dell’amore di Dio: così il Papa all’Angelus
Il differente valore della persona e delle cose e l’invito a sperare in Dio: al centro
della riflessione del Papa alla recita dell’Angelus a Castelgandolfo, durante la quale
ha ricordato i Santi che verranno celebrati in questa settimana. A partire da San
Domenico di Guzman che la Chiesa celebra oggi. Poi i saluti in varie lingue accolti
da cori particolarmente festosi. Il servizio di Fausta Speranza:
“Il
nostro cuore viene aperto ad una speranza che illumina e anima l’esistenza concreta”:
così il Papa parla dell’incontro con Dio, dell’incontro con il Vangelo:
“Abbiamo
la certezza che 'il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono
sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura
del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli
è stata donata una vita nuova'".
Avere fiducia in Dio è capire il
valore che ogni persona ha agli occhi di Dio. Non è – spiega il Papa – lasciarsi andare
al disimpegno. “Gesù nel Vangelo di oggi attraverso tre parabole – sottolinea Benedetto
XVI - illustra come l’attesa del compimento della «beata speranza», la sua venuta,
deve spingere ancora di più ad una vita intensa, ricca di opere buone: «Vendete ciò
che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro
nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma».
“E’ un invito
ad usare le cose senza egoismo, sete di possesso o di dominio, ma secondo la logica
di Dio, la logica dell’attenzione all’altro, la logica dell’amore”.
E
Benedetto XVI ricorda i Santi che la Chiesa celebra in questa settimana, ricordando
che “hanno impostato la loro vita proprio a partire da Dio e in vista di Dio”.
“Oggi
ricordiamo san Domenico di Guzman fondatore, nel XIII secolo, dell’Ordine Domenicano,
che svolge la missione di istruire la società sulle verità di fede, preparandosi con
lo studio e la preghiera. Nella stessa epoca santa Chiara di Assisi, - di cui faremo
memoria mercoledì -, proseguendo l’opera francescana, fonda l’Ordine delle Clarisse.
Ricorderemo il 10 agosto il santo diacono Lorenzo, martire del III secolo, le cui
reliquie sono venerate a Roma nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Infine,
faremo memoria di altri due martiri del Novecento che hanno condiviso il medesimo
destino ad Auschwitz. Il 9 agosto ricorderemo la santa carmelitana Teresa Benedetta
della Croce, Edith Stein, e il 14 agosto il sacerdote francescano san Massimiliano
Maria Kolbe, fondatore della Milizia di Maria Immacolata. Entrambi hanno attraversato
l’oscuro tempo della Seconda Guerra Mondiale, senza perdere mai di vista la speranza,
il Dio della vita e dell’amore.”
Dopo la recita della preghiera
mariana, i saluti in varie lingue. In francese il ricordo di Abramo e Sara, “modelli
di credenti, esempio di come la fede feconda l’esistenza cristiana”. In inglese l’invito
a ricordare che “tanto abbiamo ricevuto dalla bontà di Dio e tanto ci sarà richiesto
di donare”. In polacco un pensiero “ai partecipanti al Pellegrinaggio a piedi
di Cracovia, nonché al Pellegrinaggio accademico di Varsavia, i quali per la trentesima
volta si incamminano verso quel santuario nazionale”.
Poi il saluto
in italiano:
"Saluto infine con affetto i pellegrini
di lingua italiana. In particolare mi rivolgo ai gruppi giovanili di Grumolo Pedemonte,
San Martino di Lupari e Sondrio, ed auspico che le importanti esperienze formative
di questi giorni possano portare abbondanti frutti spirituali. A tutti auguro una
buona domenica."