2010-08-07 15:38:04

Sentenza sui matrimoni gay. I vescovi messicani: contraria ai diritti dei bambini


La norma che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, approvata dal Congresso nel dicembre 2009 ed entrata in vigore nel marzo scorso, è stata giudicata coerente con la Costituzione da parte della Corte Suprema del Messico. La Chiesa cattolica, riferisce L’Osservatore Romano, ha reagito a questa sentenza definendola “contraria alla morale e ai diritti dei bambini”. La legge, infatti, porta con sé alcune implicazioni, come la possibilità, per i minori, di essere adottati da coppie gay. Sulla materia è stata così respinta anche un’istanza di illegittimità avanzata dal governo federale, attraverso il procuratore di Città del Messico, che aveva bollato la legge come “lesiva dei diritti del bambino che, secondo quanto prevede la norma, può essere dato in adozione alla coppia”. Già nel 2007 a Città del Messico era stato depenalizzato l’aborto e il Congresso sta esaminando una proposta sulla “maternità surrogata” da donne per altre coppie che intendono avere figli, e ha trovato sempre l’opposizione dei vescovi messicani: “La Chiesa non viola la laicità quando si oppone alle unioni omosessuali – ha spesso ribadito la Conferenza episcopale locale – piuttosto offre il proprio contributo a uno Stato laico e democratico”. “Il magistero della Chiesa – aggiungono i presuli – ha l’intenzione di offrire il proprio contributo alla formazione della coscienza, non solo dei credenti, ma di coloro che cercano la verità e vogliono ascoltare argomentazioni che provengono dalla fede e dalla ragione”. “La fede non è un ostacolo alla libertà e alla scienza né un insieme di pregiudizi che viziano la comprensione oggettiva della realtà – concludono – la Chiesa vuole uno Stato laico che garantisca le condizioni di libertà per tutti, indipendentemente dalle caratteristiche di ogni persona”. (R.B.)







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