Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 19.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui Gesù invita i discepoli ad avere fiducia in vista del suo ritorno,
accumulando tesori sicuri in cielo. “Siate pronti” ci dice il Signore:
“Se
il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare
la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio
dell’uomo”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre
carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università
Gregoriana:
Quando i
ladri vengono in casa e mettono tutto a soqquadro, noi rientrando ci troviamo non
solo derubati delle cose preziose, ma anche feriti e umiliati dal disordine caotico
che troviamo. Che desolazione! Ecco in questo Vangelo Gesù parla di sé come di un
ladro: audace paragone, ma serve a dire che la sua venuta avverrà nel momento che
meno ce l’aspettiamo. E quindi bisogna vigilare con attenzione e dedizione, custodendo
il tesoro della grazia e della fede, mettendo a frutto i doni ricevuti. Si può attendere
il Signore con paura: perché temiamo il suo giudizio severo. Oppure si può attendere
con desiderio e speranza: perché non ci si sente servi, ma amici e da lui amati. Dipende
da quello che passa per il cuore: se Lui è il nostro tesoro, il cuore saprà guidarci
nell’attesa, e le opere saranno buone. Se invece il cuore ha altre priorità, allora
la sua venuta sarà vista con fastidio, e perfino con paura. E non c’è niente di più
perverso della paura. “Non temere, piccolo gregge!”, dice Gesù in apertura del brano.
L’opposto della paura è la fiducia. Che non manchi mai, e il cuore sarà più sereno.