2010-08-07 15:34:42

I vescovi boliviani: primato della persona e del bene comune al di sopra delle ideologie


“La patria, casa per tutti”, è la riflessione principale con la quale ieri, i cattolici boliviani, sotto la guida dell’episcopato, hanno ricordato i 185 anni dell’indipendenza nazionale. “In occasione di questa ricorrenza - si legge nell’esortazione scritta dai vescovi della Bolivia due giorni prima della festa nazionale - vogliamo fare arrivare a tutti i cittadini di tutte le regioni e delle diverse culture, la nostra voce d’incoraggiamento, di solidarietà e di speranza”. Ricordando che l’indipendenza nazionale “è stato ed è un processo al quale la Chiesa ha sempre partecipato”, i presuli rilevano il compito permanente della nazione: una patria libera basata sui principi democratici, cosa che ha “permesso di superare momenti di conflitto e camminare insieme nella costruzione del bene comune”. “Abbiamo dato un contributo al superamento di momenti di scontro, abbiamo alzato la nostra voce quando le ingiustizie hanno portato sofferenze e dolore ai meno abbienti, e soprattutto, quando regimi dittatoriali e repressivi, che purtroppo non sono mancati lungo questo processo, hanno violato i diritti civili, sociali e politici”, scrivono i vescovi boliviani che chiamano, in quest’ora della storia del Paese, “ad imparare dagli errori del passato (…) guardando il futuro con speranza e in comunione”. D’altra parte i vescovi richiamano l’attenzione del Paese “di fronte ad alcune minacce” che insidiano il destino comune dei boliviani: da un lato il pericolo che il giusto “riconoscimento delle diversità e delle ricchezze culturali dei nostri popoli (…) possa far perdere di vista l’uguaglianza fondamentale di tutti i boliviani” (…) così come l’importanza “dei valori comuni (…) che ci identificano e ci danno unità”. L’altra preoccupazione riguarda “la tensione e lo scontro sociale che si vivono costantemente e che, più di una volta, hanno avuto come conseguenza la violazione del rispetto della persona e dei suoi diritti fondamentali”. In occasione della festa nazionale, i vescovi della Bolivia ribadiscono che “il primato della persona umana e del bene comune sono i principi basici che devono guidare l’azione pubblica e privata e che sono valori al di sopra delle ideologie”. Per i presuli la Bolivia ha di fronte a sé in questo momento delicato due piaghe che deve saper sconfiggere: il narcotraffico e la corruzione, “fenomeni in crescita”, e di fronte ai quali occorre reagire insieme, cittadinanza e autorità pubbliche. Ciò implica però, osserva l’episcopato, che la giustizia sia efficace e indipendente “dagli interessi politici”, cosa che spesso si rischia in molti casi, realtà che semina “sfiducia nella legge”, in particolare tra i poveri, così come quando questa stessa giustizia in passato era “succube del potere economico”. Infine, i vescovi si congedano augurandosi che le feste nazionali siano un’occasione per riflettere sul come si costruiscono le fondamenta dello Stato plurinazionale, e come ogni boliviano risponde alla sfida “di agire al di sopra d’interessi di partito e ideologici per contribuire alla ricerca dei sentieri della speranza, del progresso, della convivenza civile, dell’uguaglianza, della libertà e della giustizia”. (A cura di Luis Badilla)







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