Dall’India al Pakistan, dalla Russia alla Cina: piogge e inondazioni, fuoco e caldo
intenso
E’ ancora allarme incendi in Russia, con un bilancio che ha superato le 50 vittime.
Oltre 500 i focolai attivi, nonostante i 160mila uomini, tra pompieri e soldati, schierati
dal Cremlino in tutto il Paese. Il presidente Medvedev ha ordinato di rafforzare la
sicurezza degli impianti nucleari, delle basi militari e delle installazioni strategiche
nella parte europea del Paese, mentre si blocca anche l’esportazione di grano. Il
servizio è di Salvatore Sabatino:
E’ emergenza
anche in India per le inondazioni causate da piogge monsoniche nello Stato del Jammu
e Kashmir: il bilancio è di almeno 44 morti ed oltre 300 feriti. Sempre più critica
la situazione pure nel vicino Pakistan, dove le inondazioni dell'ultima settimana
hanno provocato una catastrofe umanitaria che ha coinvolto, secondo gli ultimi dati
diffusi dall’Onu, oltre 4 milioni di persone. A loro, nei giorni scorsi erano arrivate
le preghiere e la solidarietà del Papa. In prima linea nei soccorsi sono gli operatori
di Caritas Pakistan, affiancati anche dal sostegno della Caritas Italiana. Dell’emergenza
nel Paese asiatico, parla Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di
Caritas Italiana:
R. – La densità
dell’area colpita e l’estensione dell’area stessa, fanno pensare sostanzialmente a
questi numeri.
D. – Quali sono le zone più colpite?
R. – Quelle – diciamo
- del nord ovest, dove tra frane, alluvioni, smottamenti, c’è stato il maggior numero
di vittime. Un Paese, come sappiamo, molto vasto sia come territorio, sia come popolazione.
Un Paese che già conosce situazioni di terremoto e situazioni di conflitto interno
anche con connessioni internazionali.
D. – Qual è la situazione rispetto al
rischio di epidemie?
R. – Questi sono proprio i giorni cruciali. Se si riesce
a bloccarle adesso, la situazione resterà sotto controllo – diciamo - sostanzialmente
per tutto il periodo successivo, se non si riescono a bloccare subito, c’è il rischio
veramente di epidemie, visto il fatto dell’alluvione, quindi di acqua stagnante i
rischi sono molto alti e quindi c’è un enorme sforzo da parte di tutti, non solo della
Caritas evidentemente, ma appunto di tutte le agenzie per fornire medicinali, vaccinazioni,
assistenza sanitaria alla popolazione.
D. – Che tipo di epidemie potrebbero
scoppiare?
R. – Sicuramente il colera, ma poi in queste situazioni possono
insorgere ogni tipo di patologie e anche delle vere e proprie pandemie.
D.
– Caritas italiana è in stretto contatto con Caritas Pakistan...
R. – Caritas
Pakistan è quella che essendo presente sul territorio attraverso tutta la sua rete
capillare, è quella che diciamo interviene sin da subito, poi abbiamo anche sviluppato
nel corso degli ultimi anni, anzi oserei dire nell’ultimo decennio, tutta una serie
di contatti con il territorio nelle varie regioni. L’appello alla solidarietà è quello
di non far cadere nell’oblio questa emergenza, perché risulta essere, una di quelle
più gravi di quest’anno, dopo Haiti e più o meno paragonabile con il Cile, quindi
siamo in una delle situazioni peggiori. Haiti è rimasta prima notizia su tutti i media
italiani per 14 giorni, questa è stata una delle ultime notizie per un solo giorno,
quindi occorre sollecitare e richiedere ancora questa solidarietà perché ce ne sarà
davvero bisogno.
Maltempo in primo piano anche in Cina. Le forti piogge
che da settimane si stanno abbattendo sulla provincia nord orientale del Liaoning,
al confine con la Corea del Nord, hanno causato la sospensione dei servizi turistici
e di navigazione sul fiume Yalu. Evacuate oltre 40.000 persone.