32 anni fa la morte di Papa Montini. Benedetto XVI: testimone di speranza in tempi
difficili
Trentadue anni fa moriva Paolo VI: era la sera del 6 agosto del 1978, a Castel Gandolfo,
Festa della Trasfigurazione. Nell’occasione, una Solenne Eucaristia sarà celebrata
oggi pomeriggio alle ore 17, nella Basilica Vaticana da mons. Marcello Semeraro, vescovo
di Albano. A Papa Montini è legato in modo particolare, fin dai tempi del Concilio,
Benedetto XVI, che più volte ha ricordato gli insegnamenti del suo amato predecessore
e l’importanza del suo Magistero in tempi non facili per la Chiesa. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
Un testimone
della verità, una guida di anime, un uomo che “con coraggio indicò la strada dell’incontro
con Cristo”. C’è molto Paolo VI nella vita e nel Magistero di Benedetto XVI. E’ lo
stesso Papa, in visita a Brescia, terra natale di Montini lo scorso novembre, a parlare
del suo legame di affetto e devozione per il suo predecessore che lo volle arcivescovo
di Monaco e lo creò poi cardinale nel 1977:
“Sento di dover a questo
grande Pontefice tanta gratitudine per la stima che ha manifestato nei miei confronti
in diverse occasioni”. (Discorso all’Istituto Paolo VI, Concesio, 8 novembre 2009)
Un
Papa coraggioso in tempi difficili, che mantenne salda la guida della Barca di Pietro
in acque burrascose. Benedetto XVI indica nell’amore per Cristo il segreto della sua
azione pastorale svolta con instancabile dedizione, “adottando talora decisioni difficili
e impopolari”.
“Amore che vibra con espressioni toccanti in tutti
i suoi insegnamenti. Il suo animo di Pastore era tutto preso da una tensione missionaria
alimentata da sincero desiderio di dialogo con l’umanità. Il suo invito profetico,
più volte riproposto, a rinnovare il mondo travagliato da inquietudini e violenze
mediante 'la civiltà dell’amore', nasceva da un totale suo affidamento a Gesù, Redentore
dell’uomo”. (Discorso di Benedetto XVI ai membri dell'Istituto Paolo VI, 3 marzo 2007)
Papa
Montini “inventò” i viaggi internazionali, promosse il dialogo ecumenico e si impegnò
per uno sviluppo autentico, “per la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”. Fu
Paolo VI, sottolinea Benedetto XVI, soprattutto il Papa che portò a compimento il
Concilio Vaticano II, un merito “quasi sovrumano”:
“Se infatti fu
Giovanni XXIII a indirlo e a iniziarlo, toccò a lui, suo successore, portarlo a compimento
con mano esperta, delicata e ferma. Non meno arduo fu per Papa Montini reggere la
Chiesa nel periodo post-conciliare. Non si lasciò condizionare da incomprensioni e
critiche, anche se dovette sopportare sofferenze e attacchi talora violenti, ma restò
in ogni circostanza fermo e prudente timoniere della barca di Pietro”. (Discorso di
Benedetto XVI ai membri dell'Istituto Paolo VI, 3 marzo 2007)
Particolarmente
violenti, rammenta il Pontefice, furono gli attacchi, dentro e fuori la Chiesa, che
Paolo VI dovette fronteggiare per la pubblicazione dell’Humanae Vitae, Enciclica incentrata
sull’amore coniugale responsabile:
"Quel documento divenne ben presto
segno di contraddizione. Elaborato alla luce di una decisione sofferta, esso costituisce
un significativo gesto di coraggio nel ribadire la continuità della dottrina e della
tradizione della Chiesa. Quel testo, spesso frainteso ed equivocato, fece molto discutere
anche perché si poneva agli albori di una profonda contestazione che segnò la vita
di intere generazioni”. (Discorso al Convegno sul 40.mo anniversario Humanae Vitae,
10 maggio 2008)
“Generazioni che sono oggi alle prese con una vera
“emergenza educativa”. Una sfida che conoscono bene i genitori, gli insegnanti e i
sacerdoti. Anche qui, assicura Benedetto XVI, possiamo trovare in Papa Montini un
modello da seguire:
“L’educatore Montini, studente e sacerdote, Vescovo
e Papa, avvertì sempre la necessità di una presenza cristiana qualificata nel mondo
della cultura, dell’arte e del sociale, una presenza radicata nella verità di Cristo,
e, al tempo stesso, attenta all’uomo e alle sue esigenze vitali”. (Discorso all’Istituto
Paolo VI, Concesio, 8 novembre 2009)
Cosa resta dunque oggi dello
straordinario patrimonio di fede lasciato da Paolo VI? Benedetto XVI risponde citando
uno scritto del giovane Montini, del 1931, una frase programmatica che sembra essere
stata pronunciata dallo stesso Joseph Ratzinger: “Voglio che la mia vita sia una testimonianza
alla verità”:
“Maestro di vita e coraggioso testimone di speranza
è stato questo mio venerato Predecessore, non sempre capito, anzi più di qualche volta
avversato e isolato da movimenti culturali allora dominanti. Ma, solido anche se fragile
fisicamente, ha condotto senza tentennamenti la Chiesa; non ha perso mai la fiducia
nei giovani, rinnovando loro, e non solo a loro, l’invito a fidarsi di Cristo e a
seguirlo sulla strada del Vangelo”. (Discorso all’Istituto Paolo VI, Concesio, 8 novembre
2009)