2010-08-06 13:23:38

32 anni fa la morte di Papa Montini. Benedetto XVI: testimone di speranza in tempi difficili


Trentadue anni fa moriva Paolo VI: era la sera del 6 agosto del 1978, a Castel Gandolfo, Festa della Trasfigurazione. Nell’occasione, una Solenne Eucaristia sarà celebrata oggi pomeriggio alle ore 17, nella Basilica Vaticana da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano. A Papa Montini è legato in modo particolare, fin dai tempi del Concilio, Benedetto XVI, che più volte ha ricordato gli insegnamenti del suo amato predecessore e l’importanza del suo Magistero in tempi non facili per la Chiesa. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Un testimone della verità, una guida di anime, un uomo che “con coraggio indicò la strada dell’incontro con Cristo”. C’è molto Paolo VI nella vita e nel Magistero di Benedetto XVI. E’ lo stesso Papa, in visita a Brescia, terra natale di Montini lo scorso novembre, a parlare del suo legame di affetto e devozione per il suo predecessore che lo volle arcivescovo di Monaco e lo creò poi cardinale nel 1977:

“Sento di dover a questo grande Pontefice tanta gratitudine per la stima che ha manifestato nei miei confronti in diverse occasioni”. (Discorso all’Istituto Paolo VI, Concesio, 8 novembre 2009)

Un Papa coraggioso in tempi difficili, che mantenne salda la guida della Barca di Pietro in acque burrascose. Benedetto XVI indica nell’amore per Cristo il segreto della sua azione pastorale svolta con instancabile dedizione, “adottando talora decisioni difficili e impopolari”.

“Amore che vibra con espressioni toccanti in tutti i suoi insegnamenti. Il suo animo di Pastore era tutto preso da una tensione missionaria alimentata da sincero desiderio di dialogo con l’umanità. Il suo invito profetico, più volte riproposto, a rinnovare il mondo travagliato da inquietudini e violenze mediante 'la civiltà dell’amore', nasceva da un totale suo affidamento a Gesù, Redentore dell’uomo”. (Discorso di Benedetto XVI ai membri dell'Istituto Paolo VI, 3 marzo 2007)

Papa Montini “inventò” i viaggi internazionali, promosse il dialogo ecumenico e si impegnò per uno sviluppo autentico, “per la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”. Fu Paolo VI, sottolinea Benedetto XVI, soprattutto il Papa che portò a compimento il Concilio Vaticano II, un merito “quasi sovrumano”:

“Se infatti fu Giovanni XXIII a indirlo e a iniziarlo, toccò a lui, suo successore, portarlo a compimento con mano esperta, delicata e ferma. Non meno arduo fu per Papa Montini reggere la Chiesa nel periodo post-conciliare. Non si lasciò condizionare da incomprensioni e critiche, anche se dovette sopportare sofferenze e attacchi talora violenti, ma restò in ogni circostanza fermo e prudente timoniere della barca di Pietro”. (Discorso di Benedetto XVI ai membri dell'Istituto Paolo VI, 3 marzo 2007)

Particolarmente violenti, rammenta il Pontefice, furono gli attacchi, dentro e fuori la Chiesa, che Paolo VI dovette fronteggiare per la pubblicazione dell’Humanae Vitae, Enciclica incentrata sull’amore coniugale responsabile:

"Quel documento divenne ben presto segno di contraddizione. Elaborato alla luce di una decisione sofferta, esso costituisce un significativo gesto di coraggio nel ribadire la continuità della dottrina e della tradizione della Chiesa. Quel testo, spesso frainteso ed equivocato, fece molto discutere anche perché si poneva agli albori di una profonda contestazione che segnò la vita di intere generazioni”. (Discorso al Convegno sul 40.mo anniversario Humanae Vitae, 10 maggio 2008)

“Generazioni che sono oggi alle prese con una vera “emergenza educativa”. Una sfida che conoscono bene i genitori, gli insegnanti e i sacerdoti. Anche qui, assicura Benedetto XVI, possiamo trovare in Papa Montini un modello da seguire:

“L’educatore Montini, studente e sacerdote, Vescovo e Papa, avvertì sempre la necessità di una presenza cristiana qualificata nel mondo della cultura, dell’arte e del sociale, una presenza radicata nella verità di Cristo, e, al tempo stesso, attenta all’uomo e alle sue esigenze vitali”. (Discorso all’Istituto Paolo VI, Concesio, 8 novembre 2009)

Cosa resta dunque oggi dello straordinario patrimonio di fede lasciato da Paolo VI? Benedetto XVI risponde citando uno scritto del giovane Montini, del 1931, una frase programmatica che sembra essere stata pronunciata dallo stesso Joseph Ratzinger: “Voglio che la mia vita sia una testimonianza alla verità”:

“Maestro di vita e coraggioso testimone di speranza è stato questo mio venerato Predecessore, non sempre capito, anzi più di qualche volta avversato e isolato da movimenti culturali allora dominanti. Ma, solido anche se fragile fisicamente, ha condotto senza tentennamenti la Chiesa; non ha perso mai la fiducia nei giovani, rinnovando loro, e non solo a loro, l’invito a fidarsi di Cristo e a seguirlo sulla strada del Vangelo”. (Discorso all’Istituto Paolo VI, Concesio, 8 novembre 2009)







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