Italia. Berlusconi al Pdl: prepariamoci alle elezioni
Scenari politici aperti dopo il voto di ieri della Camera che ha respinto la mozione
di sfiducia nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, indagato
nell’inchiesta sull’associazione segreta cosiddetta P3. Per la prima volta dall’inizio
della legislatura il governo, infatti, non ha più la certezza della maggioranza assoluta.
Servizio di Giampiero Guadagni:
Dopo l’estate
prepariamoci alle elezioni. L’invito rivolto da Berlusconi ai parlamentari del Pdl
subito dopo il voto sul caso Caliendo riassume il clima che si respira nella politica
italiana a seguito dello strappo tra il premier e il presidente della Camera Fini.
Ieri sera a Montecitorio i 299 voti contrari di Pdl e Lega sono stati largamente sufficienti
a respingere la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario alla Giustizia
ma sono un numero ben al di sotto della maggioranza assoluta di 316 voti che ha finora
consentito al governo una navigazione tranquilla. A modificare gli equilibri la formazione
del nuovo gruppo finiano - 34 deputati e 10 senatori - che in questa occasione ha
creato un asse con i centristi dell’Udc di Casini e dell’Api di Rutelli. I cui deputati
si sono astenuti sul caso Caliendo, giudicando irricevibile la mozione di sfiducia
ma sottolineando l’esistenza della questione morale. In molti parlano della nascita
di fatto di un terzo polo, definizione respinta dai diretti interessati, che parlano
semmai di area di responsabilità nazionale. Al momento sono convinti di rimanere nei
rispettivi ruoli di maggioranza e opposizione. Ma ormai il volto della legislatura
sembra definitivamente cambiato. La maggioranza non esiste più, sostiene il segretario
del Pd Bersani, sostenitore di un governo di transizione per approvare una nuova legge
elettorale e alcune misure economiche per uscire dalla crisi. Più o meno sulla stessa
linea l’Udc, che da tempo propone un esecutivo di responsabilità nazionale. E questa
mattina Casini ha invitato Berlusconi a chiarire se intende governare ancora o dimettersi.
Il voto, aggiunge Casini, sarebbe invece una fuga. Ma le elezioni anticipate sono
invece chieste dall’altro partito di opposizione, L’Italia dei Valori di Di Pietro.
Un’ipotesi che sembra fare presa anche nella maggioranza. È vero che la Lega teme
una frenata del federalismo proprio in vista del traguardo, ma il partito di Bossi
non vuole governi tecnici e resta comunque al fianco di Berlusconi il quale da parte
sua, come spiegano i dirigenti a lui più vicini, non vuole farsi cucinare a fuoco
lento dal nuovo gruppo finiano. Sullo sfondo resta una questione centrale: la crisi
economica non è certo ancora finita e ha bisogno di un governo stabile che la affronti.
Il ministro Tremonti assicura che la nuova situazione politica non avrà riflessi sui
conti pubblici. Ma il capo dello Stato Napolitano, a cui naturalmente spetta l’ultima
parola, ha antenne molto sensibili al tema. E anche per questo lavora per evitare
conflitti istituzionali e insiste sulla massima collaborazione possibile tra le forze
politiche in Parlamento.