I vescovi Usa contro la decisione del giudice sui matrimoni gay
“Il matrimonio tra uomo e donna è il fondamento di qualsiasi società”: così il presidente
della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, cardinale Francis George, ha commentato
la decisione di un giudice della California che ha stabilito l’incostituzionalità
del divieto dei matrimoni tra omosessuali nello Stato. Il pronunciamento è arrivato
ieri in serata: il giudice Vaughn Walker, del distretto di San Francisco, ha stabilito
che è incostituzionale vietare i matrimoni tra persone dello stesso sesso che in California
sono bloccati da circa due anni, da quando, cioè, la volontà popolare si è espressa
in favore del matrimonio tradizionale, approvando la cosiddetta “Proposition 8” con
il 52 per cento dei consensi. Era il 4 novembre 2008 e il referendum californiano
riformò la Magna Charta dello Stato. “L’abuso della legge di cambiare la natura del
matrimonio mina il bene comune – ha proseguito il porporato – è drammatico che un
giudice federale rovesci la volontà popolare, espressasi chiaramente in favore dell’istituzione
matrimoniale. Nessun giudice di diritto civile ha l’autorità per invadere aree della
vita umana che la natura ha in se stessa definito”. Il caso è destinato con ogni probabilità
ad arrivare fino alla Corte Suprema: la massima istanza giudiziaria degli Stati Uniti.
Toccherà ai nove saggi, dunque, pronunciarsi sulla coerenza con la Costituzione della
Proposition 8 e definire se davvero questa è “discriminatoria e incompatibile con
i principi di uguaglianza” come stabilito dal giudice di San Francisco, che intanto
ha rimandato a domani qualunque effetto della sua sentenza sulle leggi della California,
per consentire ai promotori della Proposition 8 di ricorrere e chiedere il rinvio
della concessione di nuove licenze matrimoniali fino al pronunciamento della Corte
d’Appello. Critico sulla questione, anche il presidente della Commissione episcopale
ad hoc per la difesa del matrimonio, Joseph Kurtz: “I cittadini di questo Paese hanno
votato uniformemente in sostegno dell’interpretazione del matrimonio come un’unione
tra uomo e donna, in ogni giurisdizione in cui il tema è stato al ballottaggio – ha
detto – questa interpretazione non è né irrazionale né illegittima”. “Il matrimonio
è il cardine fondamentale al mantenimento del benessere nella società, forse più di
qualunque altra istituzione – ha concluso – è semplicemente inimmaginabile che un
giudice possa ravvisare un conflitto tra il matrimonio e la Costituzione”. Attualmente
i matrimoni gay sono legali in sei Stati americani e nel distretto della capitale
Washington. (A cura di Roberta Barbi)