2010-08-04 15:49:12

Si allenta la tensione tra Israele e Libano dopo gli scontri sul confine


Si sta allentando la tensione tra Libano e Israele dopo gli scontri di ieri sul confine che hanno causato 4 morti: due militari libanesi, un militare israeliano e un giornalista libanese. All'origine delle violenze c'è un presunto sconfinamento delle truppe israeliane per l'abbattimento di un albero che ostruiva la vista sulla frontiera. Oggi l'eliminazione della pianta è stata portata a termine. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

In una conferenza stampa il ministro dell'Informazione libanese Tareq Mitri ha detto che l'azione israeliana interrotta ieri e completata stamani per lo sradicamento di un albero “è avvenuta a sud della Linea blu”. Dunque non c'è stato uno sconfinamento da parte israeliana. In ogni caso, una riunione d'urgenza si terrà fra rappresentanti dell'esercito israeliano, di quello libanese e della forza internazionale a Capo Naqura, al confine fra Israele e Libano. Usa e Unione europea hanno fatto un accorato appello al ritorno alla calma. Il Consiglio di sicurezza Onu ha pubblicato un messaggio, sia pure informale, di forte inquietudine per la situazione in tutta la regione. Negli scontri di ieri, da parte libanese due soldati, di 31 e 39 anni, sono rimasti uccisi e altre quindici persone sono rimaste ferite. Da parte dello Stato ebraico, si fa sapere che un tenente colonnello di 45 anni ha perso la vita mentre un altro ufficiale è rimasto seriamente ferito. Israele e il Libano si sono attribuiti reciprocamente la responsabilità delle violenze, le più sanguinose alla frontiera tra i due Paesi dalla guerra del 2006 tra l’esercito israeliano e il movimento sciita libanese Hezbollah. Tra le dichiarazioni di oggi, il Libano fa sapere che risponderà ad ogni aggressione israeliana.

Sulla situazione che sta vivendo la regione mediorientale, Luca Collodi ha sentito il vescovo di Byblos dei Maroniti, Béchara Raï, intervistato dopo una riunione dei vescovi libanesi:RealAudioMP3

R. - In questi giorni c’è una forte minaccia contro il Libano, dovuta all’attesa della sentenza che il Tribunale internazionale emetterà riguardo all’assassinio del premier Rafiq Hariri e da quanto si sa e in base a quello che si dice, ci sarebbero elementi Hezbollah. Hezbollah è pronta a rifiutare la decisione del tribunale e minaccia di infuocare la situazione. Il secondo punto è quelle relativo gli eventi verificatesi ieri nel sud del Paese. Ci sono poi altre tensioni che riguardano la crisi economica e la situazione interna.

D. - Sul fronte della crisi con Israele cosa avete detto in particolare durante la riunione?

R. - Abbiamo espresso il nostro rammarico per l’atteggiamento di Israele e lanciato un appello alla Comunità internazionale. Abbiamo, inoltre, espresso le nostre condoglianze per le vittime e rivolto un appello ai libanesi affinché rimangano uniti di fronte a tutti i nemici del Libano, a coloro che non vogliono che questo Paese possa vivere in sicurezza e in pace. Bisogna proteggere questo Paese, che come ha detto Giovanni Paolo II, rappresenta un messaggio di convivialità per il mondo.

D. - In riferimento alla crisi con Israele, Hezbollah è rimasta neutrale. Siete preoccupati dalle minacce avanzate dal “Partito di Dio”?

R. - Certo che siamo preoccupati, perché non possiamo accettare che si possa decidere di usare le armi senza l’autorità legittima. L’utilizzo delle armi deve sottostare alla decisione del governo libanese e non alle decisioni del capo di una milizia o di un gruppo armato. E’ per questo che, a livello libanese, si sta studiando la questione della strategia armata e della strategia di difesa, che includa anche Hezbollah. Non possiamo accettare che Hezbollah dichiari guerra o la pace. Questo certo che ci preoccupa! (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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