2010-08-04 15:21:16

Iran: fallito attentato contro Ahmadinejad


Il presidente iraniano, Ahmadinejad, è scampato ad un attentato nella città di Hamedan. Inizialmente una fonte della presidenza ha smentito categoricamente che si trattasse di attentato ma poi l'agenzia iraniana filogovernativa Fars ha confermato che una bomba a mano è stata lanciata subito dopo il passaggio dell'auto su cui viaggiava il presidente Mahmud Ahmadinejad. L’attentatore è stato arrestato. Ahmadinejad, hanno poi reso noto la tv panaraba Al Arabiya e la libanese Future Tv, era appena arrivato a Hamedan, circa 350 chilometri a ovest di Teheran, per una visita di due giorni. L'attentato è avvenuto sulla strada che il corteo presidenziale percorreva dall'aeroporto allo stadio Qods, dove poi Ahmadinejad ha tenuto regolarmente il primo discorso previsto durante la visita, trasmesso in diretta dalla televisione e nel quale il presidente non appariva scosso. Alla luce di questo evento, come si può inquadrare l’opposizione ad Ahmadinejad? Giada Aquilino lo ha chiesto a Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. - In Iran, all’inizio degli anni Ottanta, all’inizio della Rivoluzione, erano attivi grandi movimenti terroristici o comunque caratterizzati dall’utilizzo della violenza, debellati poi dal regime. Ultimamente gli unici eventi etichettati come terroristici sono presenti soprattutto in Baluchistan, dove ci sono movimenti sunniti contrari al regime. E’ vero che vi sono infiltrazioni all’interno dell’Iran, ma vedo molto difficile un tentativo, com’è stato detto, da parte israeliana o da parte occidentale, di eliminare Ahmadinejad. Questa mi sembra veramente fantapolitica. Quanto all’attività sul versante interno, il dissenso politico attuale non è mai stato un dissenso violento.

D. – Com’è possibile inquadrare l’opposizione interna oggi in Iran?

R. - Vi sono molte opposizioni. Anzitutto un’opposizione ad Ahmadinejad, che è interna allo stesso regime: si tratta cioè di personaggi che lavorano all’interno del quadro politico, dell’élite politica post rivoluzionaria e quindi fanno parte del sistema della Repubblica Islamica, ma sono contrari alla linea dei Pasdaran e di Ahmadinejad. Vi è poi un’opposizione politica esterna alla Repubblica Islamica, ma che non è una opposizione violenta. Vi sono quindi frange e gruppi che ricorrono anche alla violenza: sono gruppi sunniti legati ai baluchi. Nel sud, c’è un certo fermento da parte curda ed azera, anche se non così strutturato come quella nel sudest. Questo è un po’ il quadro. Io non lo collegherei, però, al dissenso politico più manifesto, che c’è stato nell’ultimo anno dopo le elezioni, perché quello era un movimento pacifico.

D. - Gli Stati Uniti hanno aumentato la pressione sull’Iran inasprendo le sanzioni per prevenire la proliferazione nucleare di Teheran e la Casa Bianca ha giudicato “non seria” la proposta di colloqui avanzata da Ahmadinejad ad Obama. A che punto è la situazione?

R. - Dopo le aperture dell’anno scorso da parte dell’amministrazione Obama e il quasi accordo in autunno sul nucleare, si è arrivati ad una fase molto più confusa. Obama - anche per le pressioni interne - ha puntato a nuove sanzioni, nonostante vi siano chiari segnali dall’amministrazione americana di una volontà di aprire negoziati se l’Iran avesse una intenzione seria di negoziare attorno al nucleare. Da parte iraniana i segnali sono ancora molto contraddittori: si ripete che si vuole negoziare, ma intanto "l’orologio del nucleare" continua ad andare avanti.

Gaza: miliziano palestinese ucciso da un bombardamento israeliano
Un bombardamento israeliano sulla Striscia di Gaza ha ucciso stamani un miliziano palestinese e ne ha ferito un altro. Lo hanno reso noto fonti mediche di Gaza. Il bombardamento è avvenuto vicino alla città palestinese di Khan Younis e segue una escalation di violenze in questa settimana sul confine con la Striscia. Militari israeliani hanno detto che un velivolo ha sparato contro un gruppo di palestinesi che si erano avvicinati alla recinzione di confine, dove le pattuglie dell'esercito vengono a volte colpite da bombe o proiettili.

Attacco a un asilo in Cina: 3 bambini e due insegnanti uccisi, 12 i feriti
Sono forse cinque i morti - tre bambini e due insegnanti - e 12 i feriti nell'attacco di ieri a un asilo in Cina. Si tratta dell'asilo di Zingbo, nella provincia orientale dello Shandong. La polizia cinese ha arrestato un uomo di 26 anni. Nell'assalto, le cui motivazioni non sono note, l'uomo ha usato un coltello, ritrovato poco dopo.

Marea Nera: sembra funzionare l’operazione “Static Kill”
L’operazione “Static Kill” ha avuto successo e il pozzo sottomarino Macondo, all'origine della Marea Nera nel Golfo del Messico, è stato chiuso. L'operazione "Static Kill", dopo 106 giorni, avrebbe messo fine all'emergenza nel Golfo del Messico, almeno per quanto riguarda i rischi di una nuova fuga di petrolio. Ma intanto emerge l’allarme lanciato dal nuovo studio, pubblicato sul "New Scientist", svolto dai ricercatori del "Mote Marine Laboratory" in Florida: i piccolissimi organismi del corallo sono in pericolo per colpa del disperdente utilizzato per eliminare le fuoriuscite di petrolio dalla "Deepwater Horizon". (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 216

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.