50 mila ministranti d'Europa in pellegrinaggio a Roma, oggi la veglia in Piazza San
Pietro domani l’incontro con il Papa
Una partecipazione straordinaria questa sera a Piazza San Pietro dove oltre 50 mila
ministranti tra i 14 e i 25 anni, provenienti da tutta Europa, hanno preso parte ad
una veglia organizzata per il loro decimo pellegrinaggio, che si sta svolgendo all’insegna
del motto “Bere alla vera Fonte”. Culmine dell’incontro, animato da canti gioiosi,
momenti di festa e riflessione, preghiere e testimonianze, è stata la presentazione
della grande Statua di San Tarcisio, patrono dei chierichetti. Domani l’attesa udienza
da Benedetto XVI. Il servizio di Cecilia Seppia:
Nella
ricerca della felicità, “avete deciso di stare con Gesù”: è quanto affermato stamani
nella Basilica di San Paolo fuori le Mura dal vescovo di Palestrina, mons. Domenico
Sigalini, nella Messa per i giovani ministranti d’Europa riuniti a Roma per il loro
decimo pellegrinaggio. L’assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana
ha esortato i ragazzi a seguire Gesù nonostante le seduzioni del mondo. Oggi pomeriggio,
i “chierichetti” parteciperanno ad una Veglia in Piazza San Pietro. Domani mattina,
poi, i giovani fedeli saranno all’udienza generale di Benedetto XVI. Ma chi sono oggi
i ministranti delle parrocchie? Federico Piana lo ha chiesto a mons. Domenico Sigalini:
R.
– Questi ragazzi sono in genere molto generosi e vivono nel cuore dell’esperienza
della fede, perché servendo la liturgia, che è il punto di arrivo e il punto di partenza
di ogni esperienza cristiana, sono proprio al cuore della vita cristiana. Sono ragazzi
capaci di costruirsi anche un proprio cammino personale, che amano la preghiera. Evidentemente,
con tutta la vivacità che hanno i ragazzi, i giovani e gli adolescenti di questo tempo,
sono per la Chiesa una risorsa, sono un aiuto a rivedere continuamente la nostra capacità
di dialogare con il mondo giovanile, anche in questioni molto profonde, come sono
quelle della preghiera e del servizio alla liturgia. Sono anche ragazzi capaci di
fare da apostoli, da annunciatori.
D. – Questo pellegrinaggio si svolge
all’insegna del motto “Bere alla vera fonte”. Cosa vuol dire questo motto?
R.
– Questo servizio che fanno i ragazzi intanto è una chiamata, non è una scelta che
hanno fatto solo perché a loro piaceva. Si parte pure da lì, ma il Signore scrive
nella vita di ciascuno un progetto. Ed è un luogo, uno spazio, un’esperienza, che
aiuta i ragazzi a trovare la vera strada della felicità. Bere alla vera fonte vuol
dire che se vivo dentro questa esperienza, se rispondo alla chiamata del Signore,
se gli sto cuore a cuore com’è il servizio alla liturgia, all’Eucaristia, allora sono
a contatto con la vera sorgente della felicità.
D. – Cosa vuol dire
nel tempo di oggi essere ministrante, diventare ministrante, mettersi al servizio
della Chiesa?
R. – Vuol dire avere quella dimestichezza con la vita
cristiana, che porta i ragazzi a far diventare veramente un amico quel Gesù, che annunciamo
a tutti.
D. – Questi giovani si mettono a disposizione della Chiesa
con grande entusiasmo...
R. – Sì, in genere sono molto decisi. Appare
come una "stranezza" che, di fronte ad un mare di divertimenti, di proposte che vengono
fatte, questi ragazzi sappiano scegliere qualcosa che gli costa, perché costa anche
sacrificio dover essere presenti alle volte anche al mattino presto, quando i loro
amici dormono. Ne sono entusiasti e allora vale la pena aiutarli, perché, secondo
me, il mondo giovanile di oggi, i ragazzi di oggi mancano di proposte impegnative.
Continuiamo a ridurre il sacrificio, a ridurre lo sforzo e riducendo lo sforzo cancelliamo
le loro energie.