2010-08-02 16:31:20

Razzi contro Aqaba ed Eilat. Esplosione a Gaza distrugge casa di un leader di Hamas


Una persona è rimasta uccisa e sei sono state ferite dai razzi che hanno colpito stamane la città giordana di Aqaba, sul Mar Rosso. Razzi anche sulla adiacente città israeliana di Eilat. L'attacco non è stato finora rivendicato da nessun gruppo terroristico. In Israele si sospetta che dietro l'operazione vi sia un gruppo radicale islamico. Il servizio di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Sono cinque i razzi lanciati all’alba sul porto di Eilat, la località turistica israeliana sul Mar Rosso. Un obbiettivo nuovo che inquieta, e non poco, le autorità israeliane che in un primo momento avevano parlato di una rampa di lancio sul Sinai in territorio egiziano, ipotesi questa esclusa dai servizi segreti del Cairo. I razzi sono tutti finiti in mare e uno al confine con la Giordania e un altro, invece, ha colpito la città di Aqaba, finito su una strada adiacente ad un hotel pieno di turisti stranieri, che per fortuna non ha causato morti, ma solo sei feriti, tra i quali uno versa in gravi condizioni. Gli attacchi di questa mattina seguono di poche ore una misteriosa esplosione che a Gaza ha distrutto l’abitazione di un dirigente di Hamas, provocando almeno 33 feriti. Testimoni sul posto riferiscono che un aereo israeliano avrebbe sorvolato l’area poco prima dell’esplosione, mentre i servizi di sicurezza dello Stato ebraico escludono il coinvolgimento dell’esercito. Su una cosa non ci sono dubbi, gli ultimi fatti tornano a far salire la tensione nell’area, dopo che ieri il presidente egiziano Mubarak e il suo omologo israeliano Perez si erano incontrati per discutere la ripresa dei colloqui diretti, dopo che quelli indiretti, promossi dagli Stati Uniti, non avevano portato risultati concreti.

Resta alta dunque la tensione dopo l’incontro ieri tra il presidente egiziano Hosni Mukarak e il suo omologo israeliano Shimon Peres, che hanno discusso dei modi per riavviare il dialogo diretto fra israeliani e palestinesi. Al giornalista Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente, Stefano Leszczynski ha chiesto se vi sia un filo rosso che leghi questi ultimi episodi di violenza nell’area:RealAudioMP3

La situazione è certamente molto confusa, ma un filo rosso potrebbe esserci, un’ipotesi – secondo me – potrebbe essere quella della mano di Al-Qaida dietro ad azioni di questo tipo, soprattutto per questa contemporaneità degli attacchi, sia quello a Eilat e ad Aqaba e poi anche per questa contemporaneità con l’attentato a Gaza. Teniamo presente che Al-Qaida, sta penetrando in maniera molto forte nella striscia di Gaza, mettendo in discussione la supremazia di Hamas.

D. – La difficile situazione nella striscia di Gaza, potrebbe alimentare un’ipotesi di questo tipo, nonostante il fatto che si sia un pò alleggerito l’embargo?

R. – La situazione nella striscia di Gaza resta molto, molto difficile. L’alleggerimento dell’embargo è stata un’operazione sostanzialmente politica. Il modo di Israele per uscire da una situazione difficile, creatasi dopo l’incidente della Freedom flottiglia, ma non è certo un alleggerimento sostanziale. Il problema è l’isolamento di Gaza. Finchè Gaza rimane tagliata fuori dal mondo, la situazione rimane pericolosa, aldilà appunto della situazione umanitaria, dei viveri che arrivano o non arrivano e tutti questi discorsi, questo ragionare su processi di pace che fanno finta che non esista questo angolo del mondo. È molto pericoloso.

D. – Ci si chiede a che scopo e con quali obbiettivi proseguono questi incontri bilaterali, negoziati indiretti...

R. – Il problema è che in questo momento sono tutti segnali, appunto, di pura e buona volontà. Mancano le condizioni politiche per passi che siano realmente nella direzione di un negoziato di pace. L’altra cosa che mi viene da dire è: “Stiamo molto attenti alla situazione in Egitto!” C’è il presidente Mubarak, su cui c’è questo giallo sulle sue condizioni di salute, che sembrano ormai molto, molto precarie; c’è questo appuntamento l’anno prossimo, comunque, con le elezioni presidenziali. In Egitto sta succedendo qualcosa, il fatto che questi razzi con tutta probabilità siano partiti dal Sinai, può essere un brutto segnale anche rispetto ai giochi all’interno dell’Egitto.

Attentato kamikaze in Afghanistan uccide cinque bambini
Cinque bambini hanno perso la vita per un’esplosione nella provincia afghana di Kandahar: l’obiettivo avrebbe dovuto essere un amministratore locale. Inoltre una carica esplosiva è stata attivata a Jalalabad, capoluogo della provincia orientale afghana di Nangarhar, ferendo almeno otto persone fra cui il consigliere presidenziale Waheedullah Sabawoon.

Nuovi disordini nello Stato indiano del Jammu e Kashmir
Gravi disordini nello Stato indiano del Jammu e Kashmir hanno causato ieri nove morti, portando a 32 le vittime dall'11 giugno scorso, quando è cominciata un'ondata di proteste a sfondo indipendentista. Il capo del governo del Kashmir, Omar Abdullah, ha rivolto un appello alla calma, chiedendo nuovamente aiuto al governo centrale per controllare l'ordine pubblico.

Islamabad conferma la visita di Zardari a Londra
L'ambasciatore britannico in Pakistan è stato convocato oggi al ministero degli Esteri ad Islamabad per fornire spiegazioni sulle recenti dichiarazioni del premier David Cameron, durante il suo viaggio in India, sullo scarso impegno pachistano nella lotta al terrorismo. L'iniziativa precede di poco un viaggio del presidente pachistano Asif Ali Zardari a Londra che, nonostante l'incidente diplomatico, è stato confermato per questa settimana.

Sciopero della fame di 17 detenuti politici iraniani
Diciassette detenuti politici iraniani, tra i quali diversi giornalisti e studenti arrestati dopo le manifestazioni anti-governative dell'anno scorso, sono in sciopero della fame nel carcere di Evin, a Teheran. Lo riferiscono i siti dell'opposizione, aggiungendo che cinque di loro sono stati ricoverati in ospedale. Le famiglie dei 17 prigionieri hanno tenuto due giorni fa un raduno di protesta davanti alla Procura di Teheran, mostrando fotografie dei loro congiunti in carcere. Secondo il sito Kaleme, i detenuti hanno cominciato la protesta dopo essere stati trasferiti in celle d'isolamento. Un altro sito, Rahesabz, aggiunge che la punizione è stata imposta loro dopo alcune scaramucce tra i prigionieri e le guardie carcerarie, accusate di avere trattato male i congiunti che erano venuti a far loro visita. Tra i detenuti vi sono due importanti dirigenti del movimento studentesco, Abdollah Momeni e Majid Tavakoli.

Italia: Michele Vietti eletto nuovo vicepresidente del Csm
In Italia Michele Vietti è stato eletto vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. L'ex presidente vicario dell'Udc alla Camera è stato eletto alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha presieduto la seduta ma, come di consueto, non ha votato. Ha pronunciato però un discorso in cui ha raccomandato al nuovo plenum “il più stretto e leale rapporto di collaborazione con il ministro della Giustizia” e “il conferimento degli incarichi tempestivo che non si presti alle ricorrenti polemiche sul condizionamento di visioni correntizie”. Ha chiesto anche che si rivolga “uno sguardo attento agli aspetti organizzativi della giustizia escludendo che si debba richiedere tutto a modifiche normative o a nuove risorse finanziarie”. Ha anche chiesto cura nella formazione delle nuove leve.

Alaska: precipita un cargo militare Usa
Ha provocato diversi morti, ma non è ancora possibile stabilire quanti, lo schianto del cargo militare americano ieri in Alaska, che è precipitato nel parco nazionale di Denali (e non sulla base aerea militare di Elmendorf, ad Anchorage, come precedentemente comunicato). Lo riferiscono oggi le autorità Usa. L'incidente ha avuto luogo ieri intorno alle 23 Gmt (l'una del mattino di oggi in Italia) sulle pendici del monte Healy. Sulla base aerea di Elmendorf ad Anchorage era invece precipitato lo scorso mercoledì un altro cargo, un C-17 con quattro membri di equipaggio a bordo che sono rimasti uccisi nello schianto. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 214

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