Partite di calcio la domenica alle 12.30. Mons. Mazza: un'invasione di campo nella
vita della famiglia
Ogni turno del prossimo Campionato di calcio italiano sarà distribuito in più giorni:
sono previste partite alle 12.30 della domenica, anticipi al venerdì sera e anche
posticipi del lunedì. Ad influenzare questa decisione sono soprattutto le scelte,
dettate da motivi economici, di chi detiene i diritti televisivi. Si tratta di novità
discutibili, sottolinea al microfono di Luca Collodi il vescovo di Fidenza,
mons. Carlo Mazza, già direttore dell'Ufficio nazionale della Conferenza episcopale
italiana per la pastorale del tempo libero, turismo e sport:
R. - Credo
che quest’anticipo alle 12.30 sia veramente deleterio, in tutti i modi, sia per quanto
riguarda i calciatori, che scendono in campo alle 12.30 - per i quali ci si potrebbe
chiedere in che modo siano preparati e disposti, anche se questo è un problema di
tipo atletico che può essere accantonato -, sia per la famiglia, che è il problema
più grande. Mettersi davanti agli schermi alle 12.30, quando si va a pranzo o ci si
prepara per andare a pranzo, a me pare un’invasione di campo. Questa sì che è un’invasione
di campo e credo che bisognava pensarci bene ed anche un po’ prima rispetto alla decisione
finale. Io rispetto molto tutti coloro che hanno dovuto decidere su questi aspetti,
però non possiamo non dire una parola su questa situazione, che in qualche modo lede
quello che è un minimo di stile familiare, cioè lo stare insieme, come può essere
il pranzo, il sedersi a tavola, il ritrovarsi con i familiari ma anche con gli amici
ed i parenti. La famiglia è uno snodo importantissimo, non possiamo “svenderlo” ad
altri eventi, a meno che non siano eventi eccezionali. Sotto il profilo familiare
come anche quello etico, cioè il modo in cui l’Italia vive il calcio, credo bisogna
mettere dei paletti, perché se vogliamo riformare il calcio dobbiamo dare anche dei
segnali su questi aspetti che sembrano marginali e secondari, ma che, di fatto, hanno
sul tutto una loro incidenza, non ultima quella delle Messe. Questo è un problema
dei cattolici - come si usa dire - e quindi se lo risolvono loro. Bisogna, però, stare
molto attenti a togliere questi fondamenti e questi valori che, in qualche modo, strutturano
una tradizione di grande pregio. Così, in qualche modo, la inficiamo con iniziative
che potrebbero in qualche modo metterla a rischio.
D. - Questo va appunto
a confliggere con quello che più volte la Chiesa ha sottolineato, cioè di santificare
la Domenica. Lo abbiamo ricordato, la Domenica é il giorno del Signore, ma è anche
il giorno della famiglia…
R. - Negli anni Novanta abbiamo fatto battaglie
incredibili. Tutte perse, per la verità. Lo spostamento delle partite al sabato ed
anche la domenica, questo "spalmare" il calcio sul tempo dell’uomo e sul tempo della
Domenica credo sia una forzatura. Direi, allora, che occorre, anche qui, riprendere
in mano il senso profondo dei valori veri dell’uomo, della famiglia, del calcio e
di tutto quello che è la nostra civiltà italiana. Bisognerà ripensare a fondo, perché
se tocchiamo la Domenica, che è il giorno più bello, più elevato, più ricco di significati
ed anche più disponibile all’umano, dove vogliamo arrivare, poi, con la nostra società
e con il nostro modo di vivere insieme?
D. - Di fatto, secondo lei,
gli sportivi possono modificare questa situazione? Ad esempio, i primi dati sugli
abbonamenti ci dicono che c’è un calo drastico…
R. - A me dispiace molto
se gli abbonamenti calano. D’altra parte, però, può essere un segnale che viene dato
dagli sportivi più avveduti, più coscienziosi e pensosi alle società, ai presidenti
delle società. Allora, anche qui, bisognerà ritrovare quelle linee armoniche che tengono
insieme i valori degli sportivi, i valori delle squadre, i valori dello sport in generale
e trovare una linea che sia di sostegno a questi valori. Se il calo degli abbonamenti
dovesse mantenersi, occorrerà rifletterci veramente tanto, perché sarebbe la prima
volta che gli sportivi, con un gesto preciso, danno un segnale altrettanto preciso
al calcio italiano. (Montaggio a cura di Maria Brigini)