2010-08-02 16:06:07

Il governo nepalese abolisce il divieto di espatrio verso l’Iraq


Era in vigore dal 2004, ma ora, in seguito all’ordine del Comando centrale Usa a Baghdad, in Iraq, che nei giorni scorsi ha imposto il rimpatrio dei lavoratori migranti impiegati illegalmente nelle basi americane, il governo del Nepal ha tolto il divieto di espatrio verso l’Iraq. Come riferisce AsiaNews, infatti, tra i migranti che lavoravano nella base americana in Iraq, c’erano circa 30mila nepalesi: la decisione dell’esecutivo di Kathmandu, quindi, arriva in un momento particolarmente delicato per il Nepal, in cui la disoccupazione interna è molto elevata, e si pone come sostegno all’economia del Paese che per oltre il 40 per cento dipende dalle rimesse dei lavoratori migranti all’estero. Il divieto che venne imposto nel 2004, invece, derivò dall’esigenza di prendere contromisure dopo l’uccisione di 12 immigrati nepalesi uccisi in Iraq da estremisti islamici, vicenda che scatenò una serie di rappresaglie contro la popolazione musulmana residente in Nepal. In questi anni, però, secondo la polizia nepalese, molti hanno aggirato il divieto e ciascun migrante paga fino a tremila euro ai trafficanti per riuscire a espatriare: un fenomeno che non si limita alla popolazione nepalese, ma coinvolge anche indiani e filippini, i lavoratori più richiesti dalle agenzie straniere con sede in Iraq. (R.B.)







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