Gesù pane di vita, cibo della nostra anima: riflessioni di Benedetto XVI sul Vangelo
della moltiplicazione dei pani e dei pesci
“Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”: è quanto
si legge nell’Antifona al Vangelo di oggi che propone il racconto sulla moltiplicazione
dei pani e dei pesci. Un passo, quello di Matteo, in cui risalta la compassione provata
da Gesù per le folle che lo avevano seguito nel deserto. Sul mistero di Gesù pane
di vita e la premura del Signore per gli affamati, Benedetto XVI ha offerto numerose
riflessioni ai fedeli. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Gesù è il
"Pane della vita", è il cibo che ci sostiene nel cammino della nostra esistenza. Benedetto
XVI sottolinea che l’uomo per vivere ha “bisogno di nutrimento per la sua anima, ha
bisogno di un senso che riempia la sua vita”. Questo senso è Cristo stesso, “il vero
cibo per i nostri cuori”. Il Papa rammenta dunque che il Mistero Eucaristico è il
dono che “Cristo fa di se stesso, rivelandoci l’amore infinito” di Dio. Ecco perché’
l’Eucaristia è “Sacramento d’amore”, il nutrimento vitale dei cristiani:
“Come
la manna per il popolo d’Israele, così per ogni generazione cristiana l’Eucaristia
è l’indispensabile nutrimento che la sostiene mentre attraversa il deserto di questo
mondo, inaridito da sistemi ideologici ed economici che non promuovono la vita, ma
piuttosto la mortificano; un mondo dove domina la logica del potere e dell’avere piuttosto
che quella del servizio e dell’amore; un mondo dove non di rado trionfa la cultura
della violenza e della morte”. (Omelia al Corpus Domini, 7 giugno 2007)
Cibo
di amore, dunque. E Benedetto XVI sottolinea che nel miracolo dei pani e dei pesci,
il Signore chiama ognuno di noi a donarsi ai fratelli, ad essere “insieme a Gesù,
pane spezzato per la vita e per il mondo”.I cinque pani e i
due pesci, soggiunge, “stanno ad indicare il nostro apporto, povero ma necessario,
che Egli trasforma in dono di amore per tutti”.Solo con questo
spirito di amore possiamo allora comprendere l’atteggiamento di compassione di Gesù
per gli affamati. E’ il suo, ribadisce il Papa, uno sguardo d’amore che si posa sui
più piccoli, sugli ultimi. Uno “stile della compassione” che siamo tutti chiamati
ad imitare:
La compassione cristiana non ha niente a che vedere col
pietismo, con l’assistenzialismo. Piuttosto, è sinonimo di solidarietà e condivisione,
ed è animata dalla speranza (…) E’ speranza, questa, che si fonda sulla venuta del
Cristo, e che in ultima analisi coincide con la sua Persona e col suo mistero di salvezza”
(Messa a Brindisi, 15 giugno 2008)
Gesù, è la riflessione del Papa,
si è fatto piccolo: “nell’umile apparenza dell’ostia, di un pezzettino di pane, Egli
ci dona se stesso”. E si sofferma, parlando con i bambini che si preparano alla prima
Comunione, sul significato essenziale del pane della vita che è Gesù:
“Noi
abbiamo oggi una cucina raffinata e ricca di diversissimi cibi, ma nelle situazioni
più semplici il pane è il fondamento della nutrizione e se Gesù si chiama il pane
della vita, il pane è, diciamo, la sigla, un'abbreviazione per tutto il nutrimento.
E come abbiamo bisogno di nutrirci corporalmente per vivere, così anche lo spirito,
l'anima in noi, la volontà, ha bisogno di nutrirsi”. (Incontro con i bambini della
Prima Comunione, 15 ottobre 2005)
“Noi, come persone umane – sottolinea
il Santo Padre – non abbiamo solo un corpo, ma anche un'anima; siamo persone pensanti
con una volontà, un’intelligenza, e dobbiamo nutrire anche lo spirito, l'anima, perché
possa maturare, perché possa realmente arrivare alla sua pienezza”.
“E,
quindi, se Gesù dice io sono il pane della vita, vuol dire che Gesù stesso è questo
nutrimento della nostra anima, dell'uomo interiore del quale abbiamo bisogno, perché
anche l'anima deve nutrirsi. E non bastano le cose tecniche, pur tanto importanti.
Abbiamo bisogno proprio di questa amicizia di Dio, che ci aiuta a prendere le decisioni
giuste. Abbiamo bisogno di maturare umanamente. Con altre parole, Gesù ci nutre così
che diventiamo realmente persone mature e la nostra vita diventa buona”. (Incontro
con i bambini della Prima Comunione, 15 ottobre 2005)