El Salvador. Mons. Escobar Alas: l'indipendenza dei candidati nelle elezioni aiuta
la democrazia
Ieri, nella sua tradizionale conferenza stampa dopo la Santa Messa della domenica,
mons. Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador, ha auspicato che nelle consultazioni
elettorali si iscrivano la maggior quantità di candidati indipendenti poiché ciò aiuta
a migliorare la classe dirigente e poi “fa parte del vero esercizio democratico”.
L’arcivescovo, con queste osservazioni, ha voluto fare riferimento alla recente sentenza
della Corte suprema che sancisce questo diritto in contrasto con una riforma alla
legge elettorale che invece lo vieta. “Con la migliore volontà e con molto rispetto
chiedo ai deputati di rispettare la decisione della Corte”, ha precisato mons. Escobar
Alas e poi ha chiesto che siano evitati “i conflitti tra i poteri dello Stato”. “Che
si discuta è salutare per il Paese - ha proseguito il presule - ma il dibattito deve
svolgersi con buona volontà e rettitudine, soprattutto nelle intenzioni. Fa parte
della democrazia consentire la presentazione di candidati indipendenti”, ha ribadito
mons. Alas che, come aveva già fatto il presidente della Repubblica, Mauricio Funes,
ha nuovamente invocato “prudenza ed equilibrio in una materia così delicata”. Le tensioni
politiche in El Salvador si sono acuite dopo la sentenza della Corte suprema che è
arrivata poche ore dopo che l’Assemblea nazionale, con 68 voti favorevoli su 84, aveva
modificato un articolo della legge elettorale e un comma della Costituzione per impedire
che alle elezioni si presentino candidati senza partito politico, cancellando, sostanzialmente,
la categoria degli indipendenti. La Corte suprema ritiene che si tratti di misure
incostituzionali poiché “l’esigenza di affiliazione ad un partito politico dei candidati
limita il diritto ad essere eletto, di cui gode ogni cittadino della Repubblica”.
Da ricordare che questa riforma era stata introdotta nella legislazione precedente
ma, in virtù del sistema politico salvadoregno, per poter entrare in vigore deve essere
ratificata dalla legislatura successiva come è accaduto in questo caso con i 68 voti.
La Corte suprema, che aveva ricevuto un ricorso contro queste riforme nel dicembre
2009, si è pronunciata poche ore dopo la ratifica da parte dell’Assemblea nazionale
e questo suo verdetto, ritenuto troppo tardivo, ha appesantito il dibattito con accuse
reciproche che secondo mons. Escobar Alas sono “inopportune e insidiose per la stabilità
del Paese”. (A cura di Luis Badilla)