Al via la Quindicina di preghiera in preparazione alla Solennità dell'Assunta
Ha inizio oggi la “Quindicina di preghiera” in preparazione alla solennità dell’Assunzione
di Maria che si celebra il 15 agosto. Si tratta di una liturgia che attinge alle tradizioni
orientali delle Chiese siriaca, copta, etiopica e armena e particolarmente di quelle
di rito bizantino. A Roma l’ufficio, adattato allo stile occidentale, viene proposto
alle 21.30 nella Basilica di Santa Maria in Via Lata, in via del Corso. A presiederlo
è padre Ermanno Toniolo, religioso dei Servi di Maria. La Veglia dell’Assunta si svolgerà
invece alle 20.30 nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, arricchita dai tropari
russi del Transito di Maria. Tiziana Campisi ha chiesto a padre Toniolo
qual è il significato liturgico di questa quindicina dell’Assunta:
R. – La
Quindicina dedicata alla vergine Maria è una preparazione alla Pasqua della Vergine,
in parallelo con la grande preparazione quaresimale dei 40 giorni alla Pasqua del
Signore. Come la Pasqua del Signore, porta con sé alcune connotazioni – la prima,
il digiuno; la seconda, la preghiera intensa – così questa Quindicina della Vergine,
che i bizantini chiamano “Piccola quaresima della Madre di Dio”, porta con sé le stesse
connotazioni. Sono le connotazioni perciò di un digiuno severo e di tanta preghiera.
E’ antichissima come preparazione; la festa è ancora più antica: risale al VI secolo,
ma la preparazione risale certamente al IX secolo, col digiuno e con la preghiera.
E con l’implorazione incessante e insistente alla Madre di Dio, che è la nostra avvocata,
che è la nostra mediatrice, ci prepariamo in modo da gioire il giorno della Madre
di Dio insieme con Lei, rinnovati nello splendore che la circonfonde in cielo.
D.
– Un cammino dunque di preparazione, un cammino di riflessione, di digiuno. Ma a che
cosa conduce, dove culmina questo cammino?
R. – Non è soltanto chiedere
l’aiuto per le situazioni tristi, tante volte, del fisico o anche della società, ma
un rinnovamento spirituale che ci faccia sentire che siamo realmente non soltanto
popolo di Dio, ma siamo gli amati da Dio, i protetti dalla Vergine e che lei cammina
con noi il nostro cammino di perfezionamento spirituale verso la nostra Pasqua, che
sarà poi il coronamento della sua, quando lei, Madre, ci accoglierà tutti come figli,
e anche noi, come dicono i nostri Padri medievali, potremmo cantare ai suoi piedi:
“Sono in Te tutte le mie sorgenti”. La prima cosa che si deve fare è quella di migliorare
la nostra condotta innanzitutto, cioè la vita, ma poi pregare. La preghiera è l’arma
ecumenica per antonomasia. Ora, pregare con le stesse preghiere, sintonizzarci reciprocamente
con gli stessi testi e camminare la stessa strada davanti alla Vergine – parlo di
questa piccola quaresima – per poterci ritrovare anche noi il giorno della gloria
della Madre nostra, trasformati e, per così dire, spiritualmente abbracciarci ai suoi
piedi: questo è il primo grande passo, più delle discussioni, più dei dialoghi, più
del resto.
D. – Per molti, questo è un periodo di vacanze; allora, un
suggerimento a chi vuole ugualmente vivere la preparazione a questa festa, ma non
ha la possibilità di prendere parte ad una liturgia…
R. – Possiamo dire
che tutto il cosmo è liturgia. Quando io vado al mare per me la liturgia si apre,
allora nasce dal profondo del cuore: “Come splende, Signore Dio nostro, il tuo nome
su tutta la terra!”. E il canto della Vergine fiorisce dal cuore: “L’anima mia magnifica
il Signore, il mio spirito esulta in Dio che mi ha salvata, perché grandi cose ha
operato e continua ad operare per noi il Potente, nella Sua misericordia, di generazione
in generazione, su chiunque lo teme!”. Allora, guardare le meraviglie del Creato,
già la prima pagina della divina rivelazione ci fa innalzare lo sguardo in contemplazione
con Colei che è diventata il Canto a Dio, il Canto dell’umanità, il Canto del Creato,
senza nessuna stonatura: la bellezza umana diventata pienezza della grazia di Dio.