2010-07-31 13:09:02

Il Vangelo sul martirio di Giovanni Battista nel Magistero di Benedetto XVI: testimoniare la Verità senza compromessi


La liturgia odierna ci propone il martirio di Giovanni Battista ad opera di Erode. Il Precursore di Cristo, narra il Vangelo di Matteo, viene ucciso perché non scende a compromessi con il potere, ma testimonia senza paura la verità. Proprio il “coraggio della verità”, l’annuncio del Vangelo senza compromessi, è uno dei temi portanti del Pontificato di Benedetto XVI. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

“Cooperatores Veritatis”, “Collaboratori della Verità”: nel motto episcopale di Joseph Ratzinger troviamo anche la chiave di lettura del suo Pontificato. Già nella “Missa Pro eligendo Romano Pontifice”, il 18 aprile 2005, l’allora decano del Collegio cardinalizio aveva sottolineato l’urgenza dell’annuncio della verità. “In Cristo – aveva spiegato – coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono”. E cinque anni dopo, nella Caritas in Veritate, scrive che “difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita” sono “forme esigenti e insostituibili di carità”. Proprio San Giovanni Battista, avverte il Papa, ci mostra con il suo esempio il coraggio della verità nella carità:

“Da autentico profeta, Giovanni rese testimonianza alla verità senza compromessi. Denunciò le trasgressioni dei comandamenti di Dio, anche quando protagonisti ne erano i potenti. Così, quando accusò di adulterio Erode ed Erodiade, pagò con la vita, sigillando col martirio il suo servizio a Cristo, che è la Verità in persona. (Angelus, 24 giugno 2007)

La persecuzione, rileva il Papa, è dunque anche oggi “prova” dell’autenticità della nostra missione di annuncio del Vangelo:

“Chi partecipa alla missione di Cristo deve inevitabilmente affrontare tribolazioni, contrasti e sofferenze, perché si scontra con le resistenze e i poteri di questo mondo”. (Udienza alle Pontificie Opere Missionarie, 21 maggio 2010)

E osserva che il Vescovo di Roma, in quanto “primo custode e difensore della fede” è chiamato ad obbedire a Dio, affinché la Verità continui a risplendere per tutti gli uomini. Un compito, aggiunge, ancor più necessario oggi in un contesto che vede la fede come un ostacolo alla libertà:

“Di fronte a tale atteggiamento che tende a sostituire la verità con il consenso, fragile e facilmente manipolabile, la fede cristiana offre invece un contributo veritativo anche nell’ambito etico-filosofico, non fornendo soluzioni precostituite a problemi concreti come la ricerca e la sperimentazione biomedica, ma proponendo prospettive morali affidabili all’interno delle quali la ragione umana può ricercare e trovare valide soluzioni” (Udienza alla Congregazione per la Dottrina della Fede, 15 gennaio 2010).

“Essere in cammino verso la verità, cercare di conoscere meglio la verità in tutte le sue espressioni – ribadisce – è realmente un servizio fondamentalmente ecclesiale”. “Dio – afferma il Papa - è la verità ultima a cui ogni ragione naturalmente tende, sollecitata dal desiderio di compiere fino in fondo il percorso assegnatole”:

“Dio non è una parola vuota né un’ipotesi astratta; al contrario, è il fondamento su cui costruire la propria vita. Vivere nel mondo ‘veluti si Deus daretur’ comporta l’assunzione di una responsabilità che sa farsi carico di indagare ogni percorso fattibile pur di avvicinarsi il più possibile a Lui, che è il fine verso cui tutto tende”. (Discorso all’Università Lateranense, 21 ottobre 2006)

E avverte che “porre al centro il tema della verità non è un atto meramente speculativo, ristretto a una piccola cerchia di pensatori”:

“Al contrario, è una questione vitale per dare profonda identità alla vita personale e suscitare la responsabilità nelle relazioni sociali”. (Discorso all’Università Lateranense, 21 ottobre 2006)

“Di fatto – è il monito di Benedetto XVI – se si lascia cadere la domanda sulla verità e la concreta possibilità per ogni persona di poterla raggiungere, la vita finisce per essere ridotta ad un ventaglio di ipotesi, prive di riferimenti certi”.







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