E' rottura tra Berlusconi e Fini. Bossi: no al voto anticipato
“Non darò le dimissioni da presidente della Camera”: è quanto affermato da Gianfranco
Fini, in conferenza stampa a Roma, oggi pomeriggio. Fini ha aggiunto che “Berlusconi
ha una concezione non propriamente liberale della democrazia”. Per il presidente della
Camera, la sua espulsione dal Pdl rappresenta una “brutta pagina” per il centrodestra
e per la politica italiana. Annunciata, inoltre, la costituzione di nuovi gruppi parlamentari
alla Camera e al Senato. Le opposizioni, intanto, hanno chiesto che il presidente
del Consiglio riferisca in Parlamento, mentre diversi esponenti del governo hanno
ribadito che la maggioranza è salda. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
Sono
tanti i temi da definire all’indomani del documento varato dall’ufficio politico del
Pdl, che ha sancito l’incompatibilità con i valori del partito da parte di Fini. L’ex
leader di An ha chiarito subito che non lascerà la guida di Montecitorio nonostante
per il partito sia venuta meno “la fiducia per il suo ruolo di garante”. “La presidenza
della Camera – ha detto - non è nelle disponibilità del presidente del Consiglio”,
che dunque non può decidere nulla a riguardo. Le attenzioni si concentrano sulla
sorte dei parlamentari fedeli a Fini, oltre una trentina di deputati e una dozzina
di senatori che stanno lavorando alla costituzione di nuovi gruppi in Parlamento.
Al momento si starebbero completando le formalità di rito, in mattinata sono peraltro
circolati diversi nomi ma dovrebbero chiamarsi ‘Futuro e Libertà’. Quel che è certo
- secondo fonti d'agenzia - è che non c’è alcuna volontà di mettere in discussione
la stabilità dell’esecutivo. Del resto, anche il premier Berlusconi già ieri sera
aveva fatto sapere che non c’è difficoltà personale a continuare la collaborazione
con i “validi ministri” finiani. Dunque “la squadra di governo non si cambia”, ha
riferito il ministro Andrea Ronchi riportando le intenzioni ribadite anche oggi dal
premier. Dalla Lega, Maroni ha garantito che il governo porterà a termine la legislatura,
mentre Bossi ha rifiutato a suo modo l’ipotesi di elezioni anticipata prospettatagli
dai giornalisti in "Transatlantico". Intanto, le opposizioni chiedono compatte che
Berlusconi riferisca urgentemente in Parlamento, su quella che i capigruppo di Pd,
Idv e Udc in Senato definiscono - in una lettera al presidente Schifani - la “crisi
politica e istituzionale” che si è aperta. Di diverso avviso l’esponente del Pdl,
Cicchitto, secondo il quale non è necessario che il premier riferisca sulla maggioranza
di governo “che è salda e che nessuno ha messo in discussione”.