I vescovi del Perù chiedono al governo un intervento in favore dei poveri
“La situazione dei più poveri non dovrebbe lasciare indifferente l’intera nazione”:
così scrivono i vescovi peruviani in un messaggio dal titolo “La nostra patria, il
Perù, è un dono”, inviato all’agenzia Fides in occasione dei 189 anni di vita democratica
come repubblica libera dalla dominazione spagnola, che ricorrono oggi. “È il momento
di dare priorità alla promulgazione di leggi che rispondano alle esigenze reali del
nostro popolo e tengano conto della natura della persona umana, della famiglia e della
società”, scrive la Conferenza episcopale che ha ricordato le parole del Santo Padre
sul rispetto della vita come centro dello sviluppo. “I poteri dello Stato, secondo
loro natura, devono continuare a rispettare la legittima autonomia – aggiungono –
e completarsi mutuamente nel servizio al bene comune, considerando che la qualità
istituzionale è il modo più sicuro per realizzare l’inclusione di tutti nella comunità
nazionale”. Stando a quanto scritto nel testo, però, i vescovi individuano alcuni
ostacoli e chiedono dialogo e riconciliazione per realizzare la nuova vita che porta
a Gesù: “Ci sono situazioni di tensione che creano sfiducia, sospetto e la paura ad
esprimere le proprie idee liberamente. La Chiesa che difende i diritti della persona
e del bene comune non può rimanere indifferente a questi fatti”. Il messaggio si conclude
con l’invocazione al Signore dei Miracoli, patrono del Perù: “Possa benedire il nostro
popolo e dargli il coraggio di superare le paure per dare una testimonianza cristiana
e umanitaria, facendo grande questo Perù: dono prezioso che Dio ha posto nelle nostre
mani”. (R.B.)