All’Angelus, il profondo dolore del Papa per la strage di giovani a Duisburg
All’Angelus a Castel Gandolfo, Benedetto XVI esprime profondo cordoglio per la tragedia
di Duisburg, in Germania, dove ieri 19 giovani hanno perso la vita durante un raduno
musicale. Il Papa non ha poi mancato di ricordare l’odierna festa di San Giacomo Apostolo,
rammentando che a novembre si recherà a Santiago de Compostela, in occasione dell’Anno
Santo Giacobeo. Soffermandosi sul Vangelo della Domenica, incentrato sulla preghiera
del “Padre Nostro”, il Papa ha quindi sottolineato che “chi prega non è mai solo”,
perché la sua voce si intreccia con quella della Chiesa. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
All’Angelus,
Benedetto XVI ha espresso profondo cordoglio per i tanti giovani rimasti uccisi a
Duisburg, durante un raduno musicale. Una notizia, sottolinea, appresa con grande
dolore:
“Cari fratelli e sorelle, ho appreso con profondo dolore
della tragedia avvenuta a Duisburg in Germania in cui sono rimaste vittime numerosi
giovani. Ricordo al Signore nella preghiera, i defunti , i feriti e i loro familiari”.
Quindi,
parlando in tedesco, ha chiesto per i parenti e gli amici delle vittime il conforto
e la vicinanza dello Spirito Santo. Prima delle parole sulla strage di Duisburg, il
Papa si era soffermato sul Vangelo della Domenica, nel quale Gesù insegna ai discepoli
la preghiera del “Padre Nostro”. Sono queste, ha osservato, le “prime parole della
Sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini:
“Esse si imprimono
nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all'ultimo respiro. Esse
svelano che ‘noi non siamo già in modo compiuto figli di Dio, ma dobbiamo diventarlo
ed esserlo sempre di più mediante una nostra sempre più profonda comunione con Gesù.
Essere figli diventa l’equivalente di seguire Cristo’”.
Ha così
ribadito che quando recitiamo il Padre Nostro, la nostra voce s’intreccia con quella
della Chiesa, “perché chi prega non è mai solo”:
“Ogni fedele dovrà
cercare e potrà trovare nella verità e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata
dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera… si lascerà quindi condurre…
dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre”.
La
preghiera del Padre Nostro, ha detto ancora, accoglie ed esprime anche le umane necessità
materiali e spirituali. Proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno,
ha ricordato il Papa, Gesù ci esorta a chiedere, a cercare, a bussare affinché ci
sia aperto:
“Non è un domandare per soddisfare le proprie voglie,
quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale – dice sempre il Vangelo
– “darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”.
Del resto,
ha aggiunto, lo hanno sperimentato gli antichi “padri del deserto” e i contemplativi
di tutti i tempi, divenuti a motivo della preghiera, “amici di Dio”. Il Papa ha quindi
ricordato l’odierna festa dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore ed ha rivolto uno
speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela. Poi, parlando
in lingua spagnola, ha rammentato che anche lui, in autunno, si recherà pellegrino
presso la Tomba di San Giacomo:
“En este Año Santo Compostelano…”
“In
questo Anno Santo Compostelano – ha detto il Papa – spero di unirmi ai numerosi pellegrini
il prossimo novembre, in un viaggio che mi porterà anche a visitare Barcellona”. Il
Pontefice ha espresso l’auspicio che seguendo il cammino dell’Apostolo si possa dare
una “testimonianza costante di fede, speranza e carità”.
Salutando
i pellegrini di lingua italiana ha infine ricordato che oggi ricorre a Castel Gandolfo
la “Sagra delle Pesche”. Un’occasione, ha detto il Papa, per rendere grazie a Dio
“per i frutti della terra e del lavoro umano”.