2010-07-24 11:47:19

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della domenica


Nella 17.ma Domenica del Tempo ordinario, il Vangelo presenta il passo di Luca nel quale i discepoli chiedono a Gesù di insegnargli a pregare. E Gesù, accogliendo la loro richiesta, risponde:

“Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno…”

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Doveva essere qualche cosa di affascinante vedere Gesù pregare! Secondo l’evangelista Luca Gesù fa precedere le decisioni importanti dalla preghiera, intensa, a volte per notti intere. Per Gesù il pregare non era un mestiere o una pausa di relax, ma un dialogo misterioso col Padre celeste. Questa volta i discepoli si spingono a chiedere apertamente di conoscere il suo dialogo segreto, vogliono imparare questo dialogo cuore a cuore col Padre.

Rispetto a Matteo, che riporta il Padre Nostro che siamo abituati a recitare, Luca ha una formula più breve, ma nelle cinque domande c’è tutta la sostanza. Infatti abbiamo la lode al nome, il desiderio del regno, la richiesta del pane quotidiano e del perdono dei peccati, e infine l’implorazione nell’ora della tentazione.

Pregare è un’arte, non un mestiere; non una lagna irritante, ma un dialogo fiducioso con Colui che sappiamo che ci ama (come diceva santa Teresa): e perciò la fiducia incoraggia anche l’insistenza. Lo insegnano le due parabole che completano il testo del Vangelo e la vicenda di Abramo della prima lettura. Chi si sente amato dal Padre è anche audace, senza ipocrisia e senza adulazione.







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