Spagna: l’arcivescovo di Madrid confida nell’incostituzionalità della legge sull’aborto
La speranza che la Corte costituzionale spagnola dichiari incostituzionale la legge
sull’aborto approvata nel febbraio scorso, è stata espressa dall’arcivescovo di Madrid,
cardinale Antonio Maria Rouco Varela, al margine del corso estivo “Dio nella società
post secolare” in corso all’università di Avila, dove ha tenuto una conferenza. Il
porporato, riferisce l'agenzia Sir, ha parlato come giurista e non da un punto di
vista teologico o secondo la visione teologica del problema, ma facendo un’analisi
teorica della questione: “La legge è incostituzionale in alcuni suoi aspetti – ha
detto – è un’opinione che ha a che vedere con l’interpretazione della legge alla luce
dell’articolo della Costituzione che garantisce il diritto alla vita di tutti, e risultato
del modo in cui la Corte Costituzionale ha trattato la costituzionalità della prima
legge, in cui ha dichiarato che l’embrione, il concepito, dal primo momento della
sua esistenza, è un bene protetto costituzionalmente e che si piega solo davanti a
un bene maggiore. Con questa giurisprudenza della Corte è molto difficile poter ammettere
che sia libero l’aborto nelle prime 14 settimane di gravidanza”, ha concluso il cardinale,
che ha parlato anche della Gmg di Madrid 2011, auspicando che essa porti “frutti spirituali,
umani, sociali e culturali per tutta la Spagna”. Nel suo intervento al corso organizzato
dalla facoltà di Teologia “San Damaso”, dall’università Ceu San Paolo e dall’ateneo
cattolico di Avila, il cardinale Varela ha affrontato il tema della secolarizzazione
dilagante che affligge il Paese: “In Spagna è frequente ridurre la cosa religiosa
a un minimum insignificante, tanto nell’ambito individuale che in quello familiare
– ha affermato – il numero delle giovani coppie che sottovalutano e non fanno attenzione
all’educazione religiosa dei figli, aumenta”. Secondo il porporato, dunque, il primo
dovere della Chiesa per la Pastorale odierna è dare testimonianza con le parole e
con le opere: “Non sono molti gli spagnoli che si dichiarano apertamente atei, ma
non sono pochi quelli che vivono come se Dio non esistesse”. Il porporato poi ha puntato
il dito contro la leggerezza crescente con la quale si liquida la domanda sull’esistenza
di Dio e il progressivo rafforzamento dell’ostilità alla fede, che emerge in conversazioni
private e interventi pubblici, nelle aule come nei mezzi di comunicazione sociale.
L’arcivescovo di Madrid annovera tutte queste come cause della crisi di valori morali
che attanaglia la società di oggi, dalla quale derivano la destrutturazione della
famiglia, la corruzione nell’amministrazione pubblica e negli affari, il principio
ideologico del relativismo etico, che s’insinua nei comportamenti quotidiani come
forma di autogiustificazione. Da qui la necessità e l’urgenza di tornare ad annunciare
Dio, “partendo dall’amore e dalla carità di Cristo”, conclude il cardinale. (R.B.)