2010-07-23 16:27:38

Il Burundi alle urne per le legislative


Alte misure di sicurezza, ma nessuno scontro finora in Burundi, oggi nuovamente alle urne per eleggere i 100 deputati che dovranno formare il Parlamento. Si tratta della penultima tappa di una lunga maratona elettorale che si concluderà a settembre, e che nelle comunali e poi nelle presidenziali di giugno ha visto prevalere il partito del presidente uscente, Pierre Nkurunziza, unico candidato in lista e riconfermato per un secondo mandato. Anche oggi è lui il grande favorito, mentre l’unica vera formazione all’opposizione, il partito tutsi “Uprona”, boicotta il voto, lamentando brogli e un costante clima di tensione. Per una lettura della situazione nel Paese africano impegnato in questo importante percorso elettorale, Gabriella Ceraso ha sentito Angelo Inzoli della rivista “Popoli”:RealAudioMP3

R. - Bisogna dire che questo governo, nei cinque anni, ha governato come ha potuto. Il Burundi rimane un Paese molto povero e stremato da 15 anni di tensioni. Stremato perché la sua economia si è ridotta ai minimi termini, perché la gente si sente ostaggio di élites politiche che la usano e non sono poi in grado di incidere, con delle scelte, per il benessere del Paese. In questi cinque anni, quindi, Nkurunziza non aveva grandi possibilità, però possiamo certamente dire che ha dilapidato il patrimonio di fiducia anche internazionale nei confronti della sua iniziativa politica. Con questo non ha annullato la sua capacità di controllo del Paese, anzi. Quello che lui ha fatto è stato eliminare l’opposizione interna al partito, ha creato una situazione di difficili rapporti con il mondo dei media. E' un leader che si è costruito politicamente con una guerra e quando il potere lo si prende, lo si tiene fino alla fine.

D. - Tutt’ora, comunque, rimane Nkurunziza il favorito, nonostante il boicottaggio dell’opposizione. Che ne sarà, dunque, alla fine di questa tornata elettorale?

R. - Penso che ci sarà una sostanziale conferma della situazione attuale e dello status quo, perché questa classe politica gode ancora di una certa legittimità, ancora non ha avuto il tempo di dimostrare che farà esattamente il contrario. Sicuramente nelle opposizioni - quelle che si sono ritirate - ci sono delle figure politiche che vengono dalla società civile, delle figure interessanti che parlano però ad un Burundi che esisterà forse tra 30 anni, perché parlano di una classe media, di un Burundi istruito e che cerca altre alternative.

D. - Si tratta, quindi, di un cambiamento più apparente che reale, in sostanza…

R. - Un cambiamento che richiede ancora del tempo. E’ comunque una dinamica positiva il fatto che ci siano state le elezioni, anche se non c’è ancora la capacità di appropriarsi del meccanismo democratico.








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