Al via ad Hanoi il vertice sulla sicurezza regionale dell’Asean. In primo piano
la crisi intercoreana
E' iniziato ad Hanoi, in Vietnam, il vertice sulla sicurezza regionale dell’Asean,
che riunisce i Paesi del sudest asiatico. Numerosi i delegati attesi, così come i
temi in agenda, tra i quali spicca la crisi intercoreana. La Corea del Nord ha minacciato
una ''risposta fisica'' alle esercitazioni militari di Usa e Corea del Sud, in programma
da domenica a mercoledì prossimi. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton
- presente al vertice - ha chiesto il sostegno dei Paesi dell’area per le nuove sanzioni
contro Pyongyang. Ma queste tensioni avranno ripercussioni sui rapporti tra Cina e
Stati Uniti? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fernando Mezzetti, esperto
di questioni asiatiche:
R. - Gli
Stati Uniti sanno che non possono aspettarsi una fattiva collaborazione da parte cinese
davanti alla Corea del Nord. La Cina vuole, come tanti altri attori della zona, che
le due Coree restino due: nessuno vuole la riunificazione e tutti sono interessati
a tenere in piedi questo regime imprevedibile, ma non c’è altra scelta. La Cina non
aderirà a nessun tipo di sanzioni verso il Nord, anche perché sul caso concreto è
stata esclusa dall’inchiesta internazionale: dopo l’affondamento della corvetta, infatti,
la Corea del Sud istituì una Commissione di inchiesta internazionale chiamandone a
far parte vari Paesi, tra cui l’Australia - lontanissima pur essendo un attore della
zona del Pacifico - ma non hanno chiamato a far parte di questa Commissione la Cina,
che è il maggior Paese dell’area, e la Russia, entrambi confinanti peraltro con la
Corea del Nord.
D. - Cosa cambierà, invece, negli equilibri in Asia?
R.
- Gli equilibri in Asia sono già cambiati con la crescita della Cina, che mira ad
affermarsi come potenza regionale. Il Giappone, con questo governo, ha inaugurato
una serie di sanzioni con gli Stati Uniti, pur senza mettere in discussione fondamentalmente
l’alleanza. Ma sempre più si rivela il ruolo ancora importante degli Stati Uniti nella
regione, al cospetto della Cina: la Cina pesa e proietta tutta la sua potenza, non
più soltanto economica, ma anche politica e militare. Gli Stati Uniti, quindi, non
lasceranno mai la regione, anche perché si considerano potenza sul Pacifico, con una
proiezione di potenza con la loro Marina, che è ineguagliabile.