Il cardinale Tettamanzi in Libano: “Sempre aperti al mondo orientale”
Quale avvenire per i cristiani in Medio Oriente? Se lo è chiesto l’arcivescovo di
Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, nella conferenza che ha tenuto ieri a Dekwaneh,
in Libano, organizzata in vista del prossimo Sinodo dei vescovi, assemblea speciale
per il Medio Oriente, in programma dal 10 al 24 ottobre. “Siamo chiamati a una maggiore
conoscenza della situazione non solo sociale, economica, culturale e politica – ha
esordito il cardinale partendo dall’Instrumentum laboris del Sinodo – ma anzitutto
religiosa ed ecclesiale”. Il porporato ha messo poi in guardia dal rischio che il
localismo si trasformi in isolazionismo e ha evidenziato come la natura universalistica
della Chiesa spinge a “essere più attenti e più curiosi delle vicende difficili e
promettenti dei nostri popoli e delle nostre comunità religiose”. Uno degli strumenti
più efficaci di conoscenza, secondo il cardinale, sono proprio i pellegrinaggi, come
quelli, numerosi, effettuati in Turchia in occasione dell’Anno Paolino: il porporato
stesso è ospite del nunzio apostolico emerito di Turchia, Edmond Farath nel monastero
maronita di Mar Roukoz, in Libano. L’arcivescovo di Milano, riporta Avvenire, ha
concluso evidenziando i numerosi legami tra la città di Milano e il Medio Oriente:
dai duemila manoscritti yemeniti conservati nella Biblioteca Ambrosiana alla citazione
di Maometto esposta all’ingresso della sala di lettura: “Quando entri in un tesoro,
fa’ attenzione a non uscirne finché non hai compreso ciò che contiene”, fino all’esposizione
verso est del Duomo di Milano all’epoca della sua edificazione, nel 1386. (R.B.)