Le parole del Papa all'Angelus. Mons. Bruno Forte: il vero riposo è riempirsi della
presenza di Dio
Le parole pronunciate ieri da Benedetto XVI all’Angelus invitano a vedere nel tempo
del riposo un’occasione propizia per mettere al primo posto l’ascolto della Parola
di Dio. Il Papa si è soffermato sul brano evangelico della visita di Gesù a Marta
e Maria. Marta è indaffarata e impegnata nel riordinare la casa. Maria, rapita dalla
presenza di Gesù, si mette invece ai suoi piedi e lo ascolta. Maria - ha detto il
Santo Padre - ci ricorda che l’uomo ha bisogno prima di tutto di Dio. Queste parole
del Papa riflettono una concezione profondamente biblica, come sottolinea al microfono
di Amedeo Lomonaco l’arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, mons. Bruno
Forte: R. – Nella Bibbia,
sin dal racconto dell’opera creatrice di Dio, c’è il tema del riposo sabbatico, cioè
di quel tempo che Dio stesso si dona rispetto all’opera dei sei giorni. Ora, come
Dio ha sentito il bisogno del riposo al settimo giorno, così il settimo giorno dev’essere
il giorno del riposo sull’esempio del risposo di Dio. Allora, il grande modello sabbatico
della tradizione biblico-ebraica è il modello di un riposo che sia ricco di senso,
ricco di presenza di una operosità diversa ma non meno feconda. Muovendo in questa
tradizione, la teologia cristiana concepisce il tempo del riposo come tempo non del
non-far-niente, ma del fare diversamente, un fare che prenda profondamente il nostro
cuore, che lo apra a dimensioni più vere, più belle e dunque che dia uno spazio privilegiato
all’esperienza dell’ascolto e della bellezza dell’incontro con Dio.
D.
– Cosa rappresentano Marta e Maria nella vita di un cristiano?
R. –
Maria si autoconcepisce – ed è riconosciuta da Gesù – come discepola. E' questa una
cosa molto importante perché fa capire come Gesù considerasse l’uomo e la donna assolutamente
su un piano di parità, dal punto di vista della dignità dell’essere personale. E quindi
c’è un primo messaggio molto bello, che è proprio quello della dignità della donna.
Poi, c’è un secondo significato. Rispetto a Marta, che si perde nelle tante cose da
fare, Maria concentra la sua attenzione sulla persona di Gesù. Il messaggio è chiaro:
non è che bisogna trascurare le cose da fare per l’altro, ma bisogna mettere innanzitutto
al centro la persona dell’altro. Mi sembra che il tempo del riposo possa essere un
tempo in cui riscoprire la centralità delle persone con cui ci relazioniamo. Rispetto
a rapporti meramente funzionali, quali sono spesso quelli della vita quotidiana, della
vita lavorativa, il riposo fa riscoprire la relazione alla persona, la gratuità dell’ascolto
e del dono.
D. – Questa pagina evangelica – aggiunge il Papa – è anche
molto intonata con il tempo delle ferie: la persona deve impegnarsi nelle occupazioni
domestiche e professionali, ma prima di tutto ha bisogno di Dio …
R.
– L’uomo si realizza veramente quando non si distrae da Dio. Tale distrazione è perdita,
è caduta. Ma si realizza pienamente quando il suo cuore, che è nostalgia di Dio, si
riempie della Sua presenza, della grazia dell’ascolto, delle Sue parole e del Suo
silenzio. Il vero riposo è riempirsi della presenza di Dio e gioire di questo ascolto
in cui le Sue parole, il Suo silenzio ti raggiungono, ti sciolgono dentro i nodi dell’anima,
ti danno quella luce e quella pace di cui hai profondamente bisogno per essere te
stesso e mettere la tua vita a disposizione degli altri.