Conferenza internazionale di Vienna sull’aids: molti i temi in agenda
Si è aperta ieri e si chiuderà il prossimo 23 luglio a Vienna la Conferenza internazionale
sull’Aids. Molti gli argomenti in agenda, tra cui: la richiesta di un maggior impegno
da parte delle potenze industriali per garantire l’accesso universale alle cure; la
politica delle case farmaceutiche nei Paesi del sud del mondo; la velocità di diffusione
del contagio; l’eterna ricerca di un vaccino. Sul primo tema si sono già verificate
contestazioni: ieri sera, infatti, alcuni dimostranti hanno esposto striscioni con
scritto “Le promesse non mantenute uccidono” in riferimento a quanto deciso nel 2005
dai Paesi del G8 a Gleneagles, in Scozia, e che recentemente hanno ammesso di non
riuscire a rispettare entro le scadenze prefissate. Sulla politica delle case farmaceutiche
nel sud del mondo, specialmente in Africa, si sono ricordati i dati dell’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms), secondo la quale nel 2008 nel continente le persone sieropositive
erano oltre 33 milioni, nonostante il numero dei decessi sia diminuito. Sulla velocità
di diffusione del contagio, l’Unicef ha lanciato l’allarme sui minori: sembra che
negli Stati dell’Europa centro-orientale e nell’Asia centrale siano in costante, drammatico
aumento e siano oggetto di discriminazione ed esclusione dalla società. Secondo l’agenzia
dell’Onu, che cita nel suo rapporto la prostituzione infantile e il precoce abuso
di droghe come cause principali del fenomeno, in nessun’altra area del mondo il virus
Hiv si diffonde altrettanto rapidamente. Infine, quanto alla ricerca di un vaccino,
un gruppo di ricercatori canadesi ha presentato un proprio studio effettuato nella
regione di British Columbia, che metterebbe in luce come garantire ai malati l’accesso
alle cure diminuisca i contagi. Dal 1996, anno in cui si è iniziato a fornire i trattamenti
gratuitamente, ad oggi, i contagi nell’area sono diminuiti del 3 per cento. Intanto,
la prima sperimentazione di un vaccino su volontari in Thailandia non sta dando i
risultati sperati, ma la recente scoperta di due anticorpi contro il virus che potrebbero
essere utilizzati per immunizzare l’uomo accende nuove speranze, nonostante i tagli
del 10 per cento dei fondi alla ricerca. (R.B.)