Il cardinale Bertone: "dalla Croce una forza per l'umanità"
“Dalla Croce, una forza perenne per l'umanità”. Questo l’invito rivolto ai fedeli
dal segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone, durante l’omelia celebrata ieri
a Sordevolo in provincia di Biella, in occasione dell’edizione 2010 della sacra rappresentazione
della Passione di Cristo. Uno spettacolo unico, che si ripete dal 1816 con cadenza
quinquennale, organizzato dall'Associazione Teatro Popolare di Sordevolo. Circa quattrocento
dei complessivi mille e trecento abitanti del paesino del biellese, si cimentano in
rappresentazioni teatrali e ripropongono la Passione di Cristo nella forma dell'antico
teatro popolare. Nella sua omelia, ieri, il porporato ha contestualizzato i due eventi:
“la sacra Rappresentazione della Passione trova il suo spirituale compimento nell'Eucaristia
che stiamo celebrando, dove Cristo, nel suo mistero di amore, si rende presente”.
Il porporato ha inoltre citato l’importanza di due eventi che rendono ancor più significativa
l’edizione di quest’anno: l'ostensione della Sacra Sindone a Torino e la visita
di Benedetto XVI. E ha riportato le parole del Papa, quando dinanzi alla Sindone esclamò
“Passio Christi, passio hominis”, sottolineando che “l'essere umano vive per il fatto
che è amato e può amare”. Noi - ha proseguito il cardinale – “esistiamo e possiamo
gioire solo perché è un atto di amore assoluto, quello che Cristo ha compiuto per
noi, ci ha preceduto e ci accompagna in ogni istante”. “L'invito ad accogliere il
Signore — prosegue — che sceglie di venire a noi è proprio il tema della liturgia
di questa 16.ma domenica del Tempo per annum. In una tipica scena dell'Antico Testamento,
Dio visita Abramo alle Querce di Mamre, nell'ora più calda della giornata. Abramo
alza gli occhi, vede tre persone che gli stanno davanti e conversa con loro. Riconosce
subito in quei misteriosi personaggi la presenza e la visita di Dio e si rende
disponibile, affinché la loro sosta possa essere riposante e dia forza al loro cammino”.
L'atteggiamento di Abramo è “un ulteriore richiamo per la nostra vita – ha detto il
porporato - non avere paura di accogliere e di servire il Signore quando, anche in
modo inaspettato e sorprendente, ci passa accanto”. E seguendo ancora l'itinerario
dalle letture della messa il porporato ha sottolineato l'atteggiamento diverso di
Marta e di Maria, che accolgono Gesù in cammino verso Gerusalemme. L'una preoccupata
di accoglierlo nel modo più degno possibile e l'altra, ai piedi di Gesù per ascoltarlo.
Maria, ha sottolineato il cardinale, ha lasciato tutto e si è messa in condizione
di ascoltare; Marta si preoccupa solo di accoglierlo. Entrambi atteggiamenti sono
positivi ed esprimono, ha detto il porporato, due elementi che si compenetrano: la
contemplazione di Maria e l'azione di Marta. “Dal Vangelo — aggiunge — possiamo allora
comprendere che la persona umanamente e spiritualmente matura è quella che sa coniugare
questi due atteggiamenti, li sa vivere insieme e sa dare il giusto tempo, la giusta
misura, il giusto equilibrio a queste due dimensioni, affinché l'una possa arricchire
l'altra”. “Se vogliamo vivere fino in fondo, assaporando la vita con quanto ci riserva
— ha concluso il cardinale — dobbiamo coniugare questi due atteggiamenti. “Stare ai
piedi” di Gesù, il contemplarlo mentre ci spiega il segreto di ogni cosa, da una parte,
e dall'altra la degna accoglienza riservata a un ospite di riguardo. (A.D.G.)