2010-07-17 14:51:35

La missione dell'Associazione Rondine in Caucaso: è l'amicizia l'"ingrediente" per far nascere la pace


Nel Caucaso, a volo di rondine, per una missione di pace e per rinsaldare amicizia e cooperazione tra le popolazioni caucasiche. Sono le finalità del viaggio in Caucaso, nell’ambito del progetto “Venti di pace sul Caucaso”, promosso in questi giorni dall’Associazione Rondine Cittadella della Pace. Sul significato di questo viaggio, Fabio Colagrande ha intervistato una ragazza di origini caucasiche che partecipa all’iniziativia, Anna Gorokhovatskaya, da un anno a Rondine:RealAudioMP3  
R. – Questo viaggio significa portare esperienza, portare la speranza ai popoli nel Caucaso. Significa che è possibile vivere in pace insieme, che è possibile creare progetti insieme, che è possibile creare la realtà adesso e creare la realtà nel futuro. Solo noi giovani possiamo migliorare e risolvere i nostri problemi, i nostri conflitti: il futuro è tutto nelle nostre mani.

D. – Anna, perché, secondo te, nel Caucaso continuano ad esserci diversi conflitti? Cosa c’è che porta questa conflittualità nella regione in cui sei nata?

R. – Io penso che questa difficoltà sia nata dal fatto che molto spesso noi non sappiamo chi sia il nostro vicino, non vogliamo approfondire i contesti individuali e tradizionali. Viviamo la situazione da un solo punto di vista. Con “Rondine”, però, noi possiamo allargare questo punto di vista e io penso che questo ci aiuterà molto a valutare le situazioni e a capire che la ragione non è da una sola parte e che è possibile che tutti stiamo sbagliamo: ma comunque, dobbiamo trovare un’unica strada.  
Ma quale è il "motore" dell’Associazione Rondine? Risponde, sempre al microfono di Fabio Colagrande un ragazzo israeliano che partecipa al viaggio, Guy Frishman, da due anni a Rondine:RealAudioMP3  
R. – Penso che la cosa più significativa che si possa dire a Rondine è l’amicizia. Ci sono tante associazioni che lavorano, e posso dire che le cose che fa “Rondine” sono sempre amplificate dall’amicizia, che è il nostro strumento e la nostra migliore fonte di successo.

D. – Tu, Guy, vieni da una terra – Israele – che purtroppo da decenni è coinvolta in un conflitto. Credi veramente che la diplomazia della pace di “Rondine”, il modo di cercare la pace, il dialogo di “Rondine” sia applicabile a vari conflitti sulla terra, anche quello che riguarda israeliani e palestinesi?

R. – Certo. Appunto, è l’amicizia la nostra potenza in questo senso. Io vivo qui con diversi ragazzi del Libano, della Palestina, Paesi con cui Israele ha conflitti abbastanza duri, abbastanza lunghi. Ma qui, l’amicizia si crea molto rapidamente. Il fatto che siamo ragazzi che sono sui diversi fronti del conflitto, che lavoriamo insieme, rende le cose facciamo tanto più potenti, più vere, più serie.

D. – Naturalmente, Guy, poi ci sono anche discussioni politiche tra di voi…

R. – A volte, sì. Però, comunque, la nostra soluzione finale per il conflitto è piuttosto chiara, perché crediamo tutti che l’unica soluzione sia quella di vivere insieme in pace. Tutte le altre questioni riguardano aspetti strutturali, istituzionali, che però possono essere risolte anche tramite il compromesso. La cosa più importante è quella che noi viviamo qui insieme: siamo amici. (Montaggi a cura di Maria Brigini)







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