La missione dell'Associazione Rondine in Caucaso: è l'amicizia l'"ingrediente" per
far nascere la pace
Nel Caucaso, a volo di rondine, per una missione di pace e per rinsaldare amicizia
e cooperazione tra le popolazioni caucasiche. Sono le finalità del viaggio in Caucaso,
nell’ambito del progetto “Venti di pace sul Caucaso”, promosso in questi giorni dall’Associazione
Rondine Cittadella della Pace. Sul significato di questo viaggio, Fabio Colagrande
ha intervistato una ragazza di origini caucasiche che partecipa all’iniziativia, Anna
Gorokhovatskaya, da un anno a Rondine: R. – Questo
viaggio significa portare esperienza, portare la speranza ai popoli nel Caucaso. Significa
che è possibile vivere in pace insieme, che è possibile creare progetti insieme, che
è possibile creare la realtà adesso e creare la realtà nel futuro. Solo noi giovani
possiamo migliorare e risolvere i nostri problemi, i nostri conflitti: il futuro è
tutto nelle nostre mani.
D. – Anna, perché, secondo te, nel Caucaso
continuano ad esserci diversi conflitti? Cosa c’è che porta questa conflittualità
nella regione in cui sei nata?
R. – Io penso che questa difficoltà sia
nata dal fatto che molto spesso noi non sappiamo chi sia il nostro vicino, non vogliamo
approfondire i contesti individuali e tradizionali. Viviamo la situazione da un solo
punto di vista. Con “Rondine”, però, noi possiamo allargare questo punto di vista
e io penso che questo ci aiuterà molto a valutare le situazioni e a capire che la
ragione non è da una sola parte e che è possibile che tutti stiamo sbagliamo: ma comunque,
dobbiamo trovare un’unica strada. Ma quale è il "motore" dell’Associazione
Rondine? Risponde, sempre al microfono di Fabio Colagrande un ragazzo israeliano
che partecipa al viaggio, Guy Frishman, da due anni a Rondine: R. – Penso che
la cosa più significativa che si possa dire a Rondine è l’amicizia. Ci sono tante
associazioni che lavorano, e posso dire che le cose che fa “Rondine” sono sempre amplificate
dall’amicizia, che è il nostro strumento e la nostra migliore fonte di successo.
D.
– Tu, Guy, vieni da una terra – Israele – che purtroppo da decenni è coinvolta in
un conflitto. Credi veramente che la diplomazia della pace di “Rondine”, il modo di
cercare la pace, il dialogo di “Rondine” sia applicabile a vari conflitti sulla terra,
anche quello che riguarda israeliani e palestinesi?
R. – Certo. Appunto,
è l’amicizia la nostra potenza in questo senso. Io vivo qui con diversi ragazzi del
Libano, della Palestina, Paesi con cui Israele ha conflitti abbastanza duri, abbastanza
lunghi. Ma qui, l’amicizia si crea molto rapidamente. Il fatto che siamo ragazzi che
sono sui diversi fronti del conflitto, che lavoriamo insieme, rende le cose facciamo
tanto più potenti, più vere, più serie.
D. – Naturalmente, Guy, poi
ci sono anche discussioni politiche tra di voi…
R. – A volte, sì. Però,
comunque, la nostra soluzione finale per il conflitto è piuttosto chiara, perché crediamo
tutti che l’unica soluzione sia quella di vivere insieme in pace. Tutte le altre questioni
riguardano aspetti strutturali, istituzionali, che però possono essere risolte anche
tramite il compromesso. La cosa più importante è quella che noi viviamo qui insieme:
siamo amici. (Montaggi a cura di Maria Brigini)