2010-07-17 08:15:36

Congo: migliaia di persone in fuga per i combattimenti nel Nord Kivu


Migliaia le persone in fuga dal cuore della Repubblica Democratica del Congo. Una tragedia legata agli scontri che devastano il Paese africano. All’inizio della settimana è stato l’Onu a segnalare 70mila persone costrette ad abbandonare la regione del Nord Kivu a causa dei combattimenti tra le truppe governative e i ribelli dell’Esercito nazionale di liberazione dell’Uganda, gli stessi entrati in azione anche ieri nella parte orientale del Congo. Una ventina i morti. “Troppi gli interessi in gioco, bisognerebbe creare una nuova mentalità nella classe dirigente”. E’ quanto testimonia un padre missionario di Kinshasa che per ragioni di sicurezza ha chiesto di rimanere anonimo. L’intervista è di Gabriella CerasoRealAudioMP3

R. – Ci sono dei momenti di speranza, però ci sono tantissimi altri momenti lunghi di disperazione, perché le cose si complicano. L’Est del Paese, pacificato diverse volte attraverso riunioni, interventi – c’è l’Onu! – per noi è un nido di guerre che non finiranno mai, perché c’è tanta ricchezza. E queste ricchezze fanno gola a tutti, anche con mezzi poco leciti. Noi speravamo che il Congo si sarebbe rimesso in ordine dopo le elezioni, ma dopo tre anni, con il presidente che fa del suo meglio, il problema non è risolto. I congolesi sono talmente sfiduciati che non hanno neanche più la speranza!


D. – Lei diceva che il problema è un problema economico: c’è tanta ricchezza in questo Paese però la popolazione non la vede, nonostante gli sforzi internazionali...


R. – Io credo che i discorsi internazionali, nonostante tutto quello che si possa dire, non sono cose – a mio avviso – serie. Ci sono commerci illeciti in Congo che sono conosciuti, ma che sono l’unico modo per accontentare gli uni e gli altri, ad eccezione del popolo che sta soffrendo e che non ha i mezzi per dire: “No, basta!”. Nelle periferie come la nostra, il 40 per cento dei ragazzi non va più a scuola e all’età di 15-16 anni entrano in questi piccoli gruppi di piccoli ribelli che sono feroci! Di notte escono con i machete per rubare … Le possibilità di lavoro non ce ne sono più! Le fabbriche sono rarissime e i cinesi che hanno incominciato a lavorare nei grandi cantieri dello Stato, usano pochissimo personale africano …


D. – Come lavorare per il futuro, in una realtà così complessa?


R. – Bisogna aiutare il governo a prendere coscienza che la politica dev’essere al servizio del popolo e non soltanto al servizio delle proprie tasche. Poi, bisogna cambiare stile di vita. per la gente bisognerebbe creare posti di lavoro: qui anche il più povero se va all’ospedale deve pagarsi tutte le medicine per il suo bambino. E quindi, spesso aspettano finché il bambino non è morto e poi vanno a seppellirlo: costa meno che andare all’ospedale.
 







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