2010-07-16 15:05:16

Haiti: a causa della fame, in aumento la prostituzione dei minorenni


A poco più di sei mesi dal sisma, che lo scorso 12 febbraio ha provocato 230.000 morti 300.000 feriti e un milione e mezzo di sfollati, Haiti fatica nella sua ricostruzione non ancora cominciata a causa dei mancati permessi da parte del governo. A denunciare questa difficile situazione, sono Anna e Davide Cotta, due operatori della Caritas italiana a Pourt-au-Prince, in un’intervista all'agenzia Sir. Anna e Davide sono andati ad Haiti come famiglia, portando con sé due figli piccoli. Tra le emergenze più gravi riscontrate c’è quella dei bambini in difficoltà. “I bisogni ancora più urgenti – spiegano i Dotta - sembrano la sicurezza e la salute; l’accesso all’istruzione è un problema endemico e strutturale”. “Durante un incontro informale avvenuto nei giorni scorsi - affermano i Dotta - un’ organizzazione ha denunciato che non è ancora censito il numero degli orfanotrofi, non esiste alcun monitoraggio sulla condizione dei bambini accolti e spesso ricevono denunce di abusi proprio all’interno di queste strutture. Grave sembra essere - sottolineano i due operatori della Caritas - anche il tasso di prostituzione tra i minorenni, soprattutto nella fascia 11-15 anni, alimentato sia dal bisogno alimentare sia dalla massiccia presenza internazionale”. Riguardo la ricostruzione, gli operatori della Caritas ricordano che servono “almeno 7 anni, ma guardandosi intorno si percepisce una grave stato di paralisi. Il Governo non da permessi per l’edificazione in città, in attesa di un Piano regolatore auspicato ma quanto mai improbabile. Da due mesi, per decreto non si può costruire nelle ampie spianate fuori città, a meno che non si compri la terra i cui prezzi però sono aumentati tre volte”. In questo quadro drammatico si stima che oltre mille Ong continuino ad offrire aiuti umanitari. “Certamente l’impiego profuso ha coperto un’ampia fascia di bisogni esistenti- sostengono ancora i Dotta - nonostante il permanere di una situazione drammatica e di un pesante senso di immobilismo”. A loro avviso è però “poco diffuso” il “coinvolgimento della società civile haitiana” che sarebbe dovuto avvenire attraverso la partecipazione delle associazionismo e dei comitati presenti sul territorio. (E.C)







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