2010-07-15 11:14:50

Sì ai matrimoni gay in Argentina: inascoltata la voce della gente


Dopo 15 ore di dibattito trasmesso in diretta TV, il Senato argentino ha legalizzato ieri, con 33 “sì”, 27 “no” e 3 astensioni, le unioni matrimoniali tra persone dello sesso e ha concesso a questo nuovi tipo di unioni i medesimi diritti dei matrimoni eterosessuali. Il servizio di Luis Badilla.RealAudioMP3  

E' chiaro che, nonostante lo scarto fra sostenitori e oppositori sia stato molto risicato, è rimasta inascoltata l'opinione della stragrande maggioranza del Paese, tra cui quella delle Chiese cristiane che due giorni fa in decine di piazza dell'Argentina avevano chiesto che la proposta fosse rifiutata. Ora l'Argentina si somma ad altri Paesi e regioni del continente, dove questo tipo di unione è legale: il Canada, diversi Stati degli Stati Uniti e il Distretto federale del Messico. Alcuni ritengono che questa decisione faciliterà provvedimenti simili allo studio in Cile e Uruguay. Ad ogni modo è certo anche che in Argentina si apre un lungo e travagliato periodo di riflessione e forse una lunga battaglia legale.

 

Si anticipa così un tema che influenzerà fortemente la politica latinoamericana ponendo ai cattolici della regione, e non solo a loro, delle sfide impegnative. I vescovi argentini avevano ricordato giorni fa: una legge e una convinzione culturale, come questa delle unioni gay, seppure ipoteticamente maggioritaria o legale, non cambiano la verità biologica e naturale secondo la quale un autentico matrimonio è fra un uomo e una donna. D'altra parte si aprono altre questioni non meno delicate come per esempio tutto ciò che riguarda l'adozione dei bambini. Restano in piedi tutte le argomentazioni che i vescovi argentini hanno proposto al Paese e ai politici in questi mesi. “Siamo davanti – hanno detto i vescovi - non a un fatto privato o a un'opzione religiosa, ma a una realtà che ha la propria radice nella natura stessa dell'uomo, creato maschio e femmina. Affermare l'eterosessualità come requisito per il matrimonio non è discriminare, ma partire da un dato oggettivo che è il suo presupposto. Il contrario sarebbe disconoscere la sua essenza, cioè quello che è”.

 

L’arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, ha detto che “è in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. E’ in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro crescita umana che Dio ha voluto dare con un padre e una madre. E’ in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa nostri cuori. Non dobbiamo essere ingenui – conclude il porporato - questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio”.








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