I vescovi chiedono di rilanciare il processo di pace nelle regioni dell’est del Congo
“Senza la pace non si può prevedere niente di buono”. Le lapidarie parole di mons.
Richard Domba, vescovo di Uvira, sono risuonate nel corso del Congresso diocesano
sulla pace nella turbolenta regione dell’est della Repubblica Democratica del Congo,
dove la guerra imperversa da oltre sette anni. L’incontro, tenutosi dal 12 al 14 luglio
ad Uvira, è stato organizzato dalla Commissione diocesana Giustizia e Pace in collaborazione
con l’Ong “Conciliation Ressources”. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, alle
giornate ha partecipato anche mons. John Baptist Odama, arcivescovo di Gulu, di recente
eletto presidente della Conferenza episcopale dell’Uganda, ed alcuni sacerdoti delle
diocesi congolesi di Doruma-Dungu e Isiro-Niangara, e di quella sudanese di Yei. Nel
suo discorso mons. Domba ha definito come “drammatica” la situazione della sicurezza
nella sua diocesi, dove la popolazione è alla mercé dei gruppi armati, di cui il più
temibile resta l’Lra (Lord Resistance Army). Anche don Benoît Kinalegu, Presidente
della Commissione diocesana Giustizia e Pace, nel suo intervento ha ribadito la desolazione
seminata dall’Lra nel territorio di Dungu e in altri luoghi. Il religioso ha quindi
sottolineato il ruolo ricoperto dall’Ong “Conciliation Ressources”, nel mondo e in
Africa in particolare, per la riconciliazione e la prevenzione dei conflitti, mettendo
in evidenza la necessità di riflettere su come indurre i combattenti dell’Lra ad uscire
dalla foresta, per individuare prospettive di pace per l’avvenire. Il tema di un'amnistia
per la pace nella regione è ancora al centro del dibattito, considerando la delicatezza
della materia. I leader delle comunità Wando, Ndolomo e Boso hanno auspicato di vedere
presto tornare a regnare la pace, hanno espresso la loro fiducia nel sostegno della
comunità internazionale sul destino riservato all’Lra, raccomandando al governo congolese
di rafforzare la sua azione deterrente. Infine il Congresso ha espresso il desiderio
che siano rinforzate le forze armate congolesi, con uomini e con equipaggiamento,
e che lo stato avvii un dialogo con l’Lra, con la mediazione della comunità internazionale,
per arrivare ad una pace durevole. (M.G.)