São Tomé e Príncipe: le preoccupazioni dei vescovi delle Chiese lusofone
Riuniti in São Tomé e Príncipe per il loro IX Incontro, i rappresentanti delle Conferenze
episcopali delle Chiese lusofone, hanno cercato di analizzare i principali problemi
legati alla povertà e all'esclusione sociale dei Paesi da loro rappresentati. I vescovi
presenti hanno inteso denunciare anzitutto "l'appropriazione indebita di beni comuni
da parte di oligarchie di potere politico ed economico che, senza alcuno scrupolo,
si arricchiscono a danno delle persone più povere". A tale aspetto si legano "nuove
e sofisticate forme di corruzione che, al di là dell'importante aspetto etico, determinano
materialmente gravissime conseguenze nelle amministrazioni pubbliche, dalle quali,
invece, sarebbe dovuta e legittima la difesa dei cittadini". La denuncia dei vescovi
- riferisce l'agenzia Sir - è completata dalla "condanna sociale che meritano i fenomeni
fortemente diffusi della commercializzazione della droga, del traffico di persone,
ed infine, da una generale mancanza di rispetto per la vita". Quali proposte attuative,
i rappresentanti delle Chiese lusofone ritengono che sia "prioritario investire maggiormente
nel cambiamento strutturale, soprattutto mediante la preparazione tecnica ed etica
di nuovi quadri amministrativi, e verso un'istruzione che aiuti individui e comunità
a trasformare la mentalità abituale e assistenziale di meri destinatari di politiche
sociali e sovvenzioni statali". Il comunicato finale dell'incontro chiede espressamente
"ai dirigenti dell'Ue che rispettino la promessa di rendere disponibile lo 0,7% dei
redditi nazionali come pubblico aiuto allo sviluppo". Inoltre, approfittando del fatto
che molti Paesi lusofoni si trovano a celebrare il 35° anniversario della loro indipendenza,
i vescovi hanno altresì sottolineato l'importanza di "una partecipazione più attiva
e responsabile di tutti i cattolici, in vista della costruzione di un società più
giusta e fraterna". "È auspicabile promuovere una puntuale monitorizzazione delle
politiche di bilancio dei diversi governi locali, mediante l'adeguata formazione di
tecnici che collaborino con le organizzazioni internazionali finanziatrici, in modo
da garantire che le somme riservate allo sviluppo sociale siano effettivamente utilizzate
per i fini indicati a bilancio" - conclude il documento. (R.P.)