2010-07-14 15:44:54

India: almeno 3 morti e oltre 90 persone intossicate per una nube di gas


Almeno 3 persone sono morte stamani in India a causa di una nube di gas fuoriuscita da un deposito di vecchie bombole al porto di Mumbai. Altre novanta persone, tra cui molti studenti, sono rimaste intossicate. L’incidente giunge mentre non diminuisce l’allarme per il disastro ambientale nel Golfo del Messico, inquinato dal 20 aprile scorso dalla perdita di un pozzo della Bp. Il colosso petrolifero spera di chiudere la falla a breve: dipenderà dai test che verranno effettuati nelle prossime ore sulla nuova struttura di contenimento della fuoriuscita. Ce ne parla Matteo Mascia, coordinatore del progetto Etica e Politica Ambientali della Fondazione Lanza di Padova, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3  
R. – Teniamo conto che ci troviamo in situazioni abbastanza estreme. Il pozzo si trova a qualche migliaio di chilometri sotto il livello del mare per cui la situazione ambientale è davvero complessa. Anche mettere un tappo in quel contesto, ovviamente, pone una serie di problemi tecnici. Tra l’altro non era mai avvenuto un incidente di queste proporzioni a tali profondità. E’ chiaro che è stata una sfida anche nella risposta all’emergenza.

D. – In India, invece, una nube di gas fuoriuscita da un deposito di vecchie bombole nel porto di Mumbay ha intossicato, nelle ultime ore, decine e decine di persone. Come possono essere prevenuti questi rischi, anche in un Paese in ascesa come l’India?

R. – Esistono normative di carattere ambientale a livello internazionale e nazionale che si vanno espandendo anche in Paesi emergenti come la Cina e l’India. In tali zone, però, l’attenzione dal punto di vista della sicurezza, della salute, della salubrità nel posto di lavoro è in una fase nascente. Il problema di fondo è che abbiamo anche sistemi di produzione che ancora si caratterizzano per una procedura – potremmo dire – del secolo scorso. Quindi ci sono rischi molto elevati dal punto di vista ambientale. Sono i tipi di produzione che comportano questi rischi. Il mondo è in cammino verso un sistema economico, un sistema di evoluzione che è diverso, molto meno inquinante, molto più sostenibile, molto meno pericoloso. Allo stesso tempo, però, questo cammino è appena iniziato.

D. – Si può pensare oggi ad una politica ambientale che vada a coniugarsi con un’etica ambientale?

R. – Questa è la grande sfida che abbiamo di fronte. Nel senso di un’etica in cui al centro ci siano la persona, la salute delle persone, il futuro della gente. Allo stesso tempo, siamo a conoscenza del fatto che l’ambiente non è estraneo alla vita delle persone, per cui la protezione dell’ambiente è la protezione delle persone. Quindi un’etica ambientale applicata al mondo imprenditoriale comporta tutta una serie di attenzioni per la sicurezza e la salubrità nel posto di lavoro, per la sicurezza e la salubrità delle produzioni che vengono realizzate. Ma poi anche in un’ottica più ampia di sostenibilità, tutta una serie di iniziative che riguardino il rapporto dell’impresa con il territorio, in un’ottica di responsabilità sociale in cui l’impresa non è dedicata solamente al profitto, ma abbia anche come obiettivo principale quello di fare crescere una comunità.







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