2010-07-14 15:43:23

Confcooperative: capaci nella crisi di creare nuovi posti di lavoro


Nel culmine della crisi le cooperative hanno continuato a creare posti di lavoro. Lo scorso anno, infatti, l’occupazione è crescita del 2%. La vitalità di questo settore è stata sottolineata dal presidente di Confcooperative Luigi Marino nell’assemblea nazionale stamani a Roma. Per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti bisogna continuare sul cammino dell’austerità. Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha rimarcato come “il movimento cooperativo rappresenti un patrimonio indiscutibile per l’Italia”. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3  
Oltre tre milioni di soci, 20.300 imprese, 517 mila occupati che hanno come punto di riferimento la mutualità e la dottrina sociale della Chiesa. E’ il ritratto della galassia Confcooperative. Lo stesso ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha riconosciuto che, in quadro di austerità dettata dalla crisi, queste aziende hanno un valore sociale elevatissimo. 
“Ha senso la competizione, ma ha ugualmente senso anche la cooperazione, questa tra le persone, questa nelle organizzazioni come voi rappresentate. Quindi, finché ci sono le cooperative, le società sono vive”. 
Per il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, il ruolo essenziale delle cooperative è stato valido in passato, soprattutto nel periodo tra le due guerre mondiali, e lo è ancor più oggi: 
“Anche in questi ultimi due anni, il sistema cooperativistico ha tenuto più di altri, ha magari sacrificato gli utili pur di non perdere posti di lavoro e in molti casi è arrivato addirittura a crearne di nuovi. Tutto ciò giustifica l’ampio riconoscimento per il ruolo alternativo e per i valori espressi dalla cooperazione. Oggi è più facile trovare, anche in ambienti tradizionalmente lontani dal vostro, una sintonia con le parole di Benedetto XVI”. 
Il presidente della Confcooperative Luigi Marino è convinto che chi propone politiche di spesa pubblica in disavanzo si illude di lavorare per i poveri. In realtà lavora per gli speculatori: 
“In questa ottica valutiamo una medicina necessaria, anche se amara, la manovra all’esame del Parlamento. Il problema è conciliare, in un equilibrio difficile, l’azione terapeutica con l’impulso alla crescita. Noi dobbiamo vivacizzare lo sviluppo, senza il confortante rimedio della spesa pubblica”. 
Marino ha messo in luce come le cooperative vogliano essere artefici di sviluppo. Un impegno che viene dal legame con la dottrina sociale della Chiesa.







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