Brasile. L'attenzione ai rifugiati e ai migranti più vulnerabili: donne, bambini e
anziani
Si è aperto ieri a Brasilia il 6° Incontro nazionale delle Reti di Protezione, promosso
dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) e dall'Istituto
di Migrazione e diritti umani. L'incontro, che si concluderà domani, riunisce diverse
istituzioni della società civile coinvolte nell’accoglienza e nell’assistenza a migranti
e rifugiati in Brasile. Anche il Comitato nazionale per i rifugiati (Conare) partecipa
all'Incontro il cui tema è: “L'attenzione ai rifugiati e ai migranti in casi di vulnerabilità:
donne, bambini e anziani”. Dalla nota che la Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb)
ha inviato all’agenzia Fides, si apprende che la cerimonia di apertura ha visto la
presenza del rappresentante dell’Acnur in Brasile, Andres Ramirez, e del presidente
del Consiglio nazionale per l'Immigrazione, Paulo Sérgio Almeida. I relatori hanno
affrontato i problemi dell’integrazione dei rifugiati in Brasile e la politica nazionale
sull'immigrazione. Per Andres Ramirez è importante che le politiche di protezione
siano, in qualche modo, di inclusione: “Purtroppo in molte situazioni i gruppi più
vulnerabili come donne, bambini e anziani, sono emarginati o dimenticati dagli agenti
della protezione. Dobbiamo garantire, anche con azioni molto determinate, che essi
possano esprimere le loro necessità e le principali difficoltà”. Secondo la responsabile
del Settore di pastorale della mobilità umana della Cnbb, nonché direttrice dell'Istituto
di migrazioni e diritti umani, suor Rosita Milesi, il fatto di riunire organizzazioni
provenienti da diverse regioni del Paese consente di migliorare le condizioni di lavoro
degli operatori della rete di protezione, e consente lo scambio di esperienze a favore
della popolazione dei rifugiati. “Il Brasile è disponibile, sempre di più, a ricevere
i rifugiati e fornire loro una nuova patria, una nuova casa. Le istituzioni della
società civile che formano le reti di protezione e integrazione nel Paese, sentono
la necessità di una maggiore formazione dei loro operatori e collaboratori in questa
azione umanitaria” ha affermato suor Rosita. (R.P.)