2010-07-13 15:20:21

I dati sui poveri nel mondo: in Asia sono 840 milioni, 480 milioni in Africa


È l’Asia il continente con il maggior numero di poveri ed emarginati, e l’India da sola raccoglie 420 milioni di poveri in appena otto dei suoi 28 Stati, una cifra che supera quella nei 26 Stati più economicamente arretrati dell’Africa, dove i poveri sarebbero 410 milioni. I dati sono stati diffusi da un istituto dell’Università di Oxford che collabora con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) e che, in linea con l’orientamento dell’organismo dell’Onu, ha elaborato un nuovo indice multidimensionale per misurare la “povertà”. Secondo lo strumento statistico messo a punto dai demografi dell’ ‘Oxford poverty and human development initiative’ (Ophi) i fattori da tenere in considerazione per considerare “povero” un essere umano non si devono limitare ai criteri economici. Similmente a quanto già sperimentato dall’Undp, l’indice di povertà deve valutare anche altri elementi come gli standard abitativi, la qualità del lavoro, l’accesso alla sanità, ma in più l’istituto universitario inglese aggiunge fattori sociali e psicologici, come la vulnerabilità fisica, la possibilità di far rispettare i propri diritti, la rete di relazioni sociali e l’esperienza di umiliazione ed emarginazione nella società. In base a questo sistema di misurazione in Asia vivono 840 milioni di “poveri” (in grande maggioranza in Asia meridionale) mentre in Africa sono 480 milioni. Le cifre, che come sempre in questi casi sono un’astrazione, vanno valutate anche in relazione alla popolazione complessiva, che in Africa si attesta tra i 920 e 950 milioni di persone, molto meno che in Asia. Rimane comunque significativo il paragone con l’India, che con circa 1,2 miliardi di abitanti è la seconda nazione più popolosa del mondo dopo la Cina (oltre 1,3 miliardi) ma su un territorio che è un terzo di quello cinese e un decimo del continente africano. Lo studio inglese rientra in quegli strumenti scientifici e culturali cui è sottesa una più ampia visione del benessere umano, in particolare in merito alle relazioni umane e sociali, rispetto all’unidimensionale fattore economico. (R.P.)







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