Colombia: mons. Salazar Gómez, neo arcivescovo di Bogotà, conclude la Plenaria episcopale
Con una concelebrazione eucaristica nella cattedrale di Bogotà, i vescovi della Colombia
hanno concluso ieri la loro Assemblea plenaria. Il presidente dell’episcopato, mons.
Rubén Salazar Gómez, nominato pochi giorni fa nuovo arcivescovo della capitale, nella
sua omelia, per primo ha voluto ringraziare il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, che
per oltre 15 anni ha guidato la principale diocesi del Paese e ora “si ritira a meritato
riposo”, dopo “aver dato alla Chiesa colombiana e al Paese un contributo inestimabile
e impossibile da dimenticare”. Citando alcune riflessioni dei vescovi durante la Plenaria,
mons. Salazar Gómez ha parlato ampiamente sul significato delle celebrazioni del Bicentenario
dell’indipendenza percorrendo le diverse e più importanti tappe di questo due secoli
e quindi il contributo della Chiesa cattolica. Secondo il presule l’elenco di questi
doni che la Chiesa ha saputo donare al popolo è lungo ma, nella sostanza, può essere
riassunto in poche parole: pace, giustizia, dialogo e salvezza. E ciò che la “Chiesa
fa oggi, ma che faceva anche ieri”, ha ricordato il presidente dell’episcopato, sottolineando
che il modello è Cristo, le cui verità non hanno tempo. “Nel corso delle celebrazioni
dal 2010 al 2019 sarà ricordato” questo contributo della Chiesa, dal giorno dell’indipendenza
due secoli fa, ma anche prima, “con il solo proposito di progettare un futuro fedele
alle radici cristiane della nazione”. In quest’ora, ha sottolineato l’arcivescovo
Gomez, “possiamo alzare i nostri occhi verso l’Altissimo per ringraziarlo giacché
ci ha concesso un cammino pieno di frutti, ma al tempo stesso chiedere ancora il suo
aiuto per il sentiero che dobbiamo percorrere nel futuro; consapevoli che dobbiamo
agire insieme, assistiti dalla sua luce e dalla sua forza”. Per il presule, l’unità
del Paese è oggi una priorità centrale: tutti i colombiani devono agire, ha detto,
“senza distinzioni etniche e culturali oppure politiche; devono saper lasciare da
parte ciò che causa divisione, per cercare insieme la giustizia, la fratellanza e
la solidarietà, basi imprescindibili di una vera pace, stabile e duratura”. (L.B.)