Venezuela: solidarietà della Chiesa al cardinale Urosa dopo le offese del presidente
Chavez
L'Ufficio informazione dell’arcidiocesi di Caracas ha pubblicato un comunicato di
solidarietà e sostegno al cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, dopo
le offese pronunciate contro di lui dal Presidente Chavez nel contesto della celebrazione
per l’inizio dell’anno del bicentenario dell’indipendenza della nazione. Richiamando
il Vangelo delle Beatitudini, in particolare quella che riguarda gli operatori di
pace (Mt. 5,9), tutto il clero di Caracas esprime sentimenti di dolore e respinge
categoricamente il modo in cui il Presidente del Venezuela ha usato i mass-media per
offendere l'arcivescovo di Caracas e un cardinale della Chiesa cattolica. “Come arcivescovo
ha il diritto, anzi, il sacro dovere di orientare i cattolici sui principi e sui valori
religiosi e morali che riguardano la situazione sociale e politica del nostro Paese”,
si legge nel comunicato. E continua il testo: “Rifiutiamo la pretesa del primo mandatario
sulle decisioni interne della Chiesa. Il Santo Padre gode di totale autonomia per
nominare i vescovi nelle diverse sedi diocesane in tutto il mondo.” Il testo, che
si conclude rinnovando la fedeltà e la comunione dei sacerdoti al loro Pastore, viene
firmato da padre Miguel Acevedo, segretario del Consiglio presbiterale, a nome di
tutti i sacerdoti dell’arcidiocesi. Il vice-presidente della Conferenza episcopale,
mons. Baltazar Porras, - riferisce l'agenzia Fides - ha detto in un'intervista ad
una radio locale che “le parole del Capo dello Stato meritano di essere riviste attentamente:
bisogna vedere la situazione reale del Paese, dove c'è povertà, la violenza subita
dal popolo venezuelano a tutti i livelli, e vedere anche tutti i tipi di corruzione
che stanno venendo alla luce, e che si vogliono coprire i problemi reali. Il cardinale
non ha detto altro se non quanto abbiamo già scritto in diversi documenti della Conferenza
episcopale. Adesso ha solo fatto appello alla popolazione del Venezuela per costruire
una società aperta a tutti.” Il vice-presidente della Conferenza episcopale ha sottolineato
che non devono essere l'odio né gli insulti, ma la fratellanza, a permetterci di vivere
con serenità e gioia, ed ha aggiunto che la migliore risposta è quella che dà ancora
una volta il popolo venezuelano con la "credibilità e la fiducia" che manifesta nella
Chiesa cattolica e nelle sue autorità. (R.P.)