2010-07-07 12:51:30

Convegno sull'immigrazione: i media italiani non giovano all'integrazione


Clandestini: una parola che comunica allarme sociale e che pure è sempre più usata dai media italiani, che ormai vi identificano tutta la vasta galassia dell’immigrazione. Un linguaggio giornalistico che certo non giova all’integrazione. Se ne è parlato ieri a Roma, in un convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, dall’Associazione Stampa Romana e dall'Unione Stampa Cattolica Lazio. Servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3


Gli immigrati in Italia, circa 4 milioni e mezzo di persone, non corrispondono affatto a quelli presentati negli ultimi anni dalle migliaia di servizi televisivi, che li collegano solo al problema di sicurezza. Ci sarebbe da raccontare molto altro della loro vita italiana, ad esempio, della loro capacità imprenditoriale. L’immagine degli immigrati la danno i giornalisti, spesso imprigionati in un linguaggio che sempre più vive sull’equazione immigrazione-sicurezza e che continua a fare su di loro solo titoli di cronaca. I media avrebbero potuto giovare all’integrazione, ma ciò non sta accadendo: questo l’allarme lanciato ieri a Sant’Egidio. Mario Marazziti, portavoce della Comunità:

“I media devono sapere anzitutto che c’è una pigrizia mentale, dove si usa sempre uno stesso linguaggio. Si usa ormai solo una parola 'clandestino', che rischia di dare allarme sociale, anche quando si parla di profughi, di rifugiati, di richiedenti asilo, e devono sapere che questo può essere recepito male dalla popolazione, perché in fondo crea ansia, paura e quindi c’è anche una responsabilità degli operatori dell’informazione. Io credo e mi auguro che ci sia una reazione, perché si aiuti quello che è la necessità dell’Italia e cioè di favorire l’integrazione sociale. O cambiamo il modo di parlare sugli immigrati o questo diventa un danno per l’Italia”.
 
Nel 2008 le associazione di categoria redassero la Carta di Roma, un Protocollo deontologico sui richiedenti asilo, sui rifugiati, vittime della tratta e migranti. Un documento importante per gli strumenti che offre, compreso un glossario, che però non prevede sanzioni. Paolo Butturini dell’Associazione Stampa Romana:

“Non sono previste pene e questo è certamente un aspetto che la dice lunga. Con l’immigrazione è anche più facile: tu sei al riparo dal fatto che il cittadino venga a chiederti conto di quello che hai scritto. Questo da un certo punto di vista dovrebbe indurre ad essere anche più attenti, proprio perché si ha a che fare - come nel caso dei minori - con persone che hanno diritti deboli e quindi dovrebbero essere ancor più tutelati”.
 
E’ importante, quindi, per i giornalisti - è stato ripetuto - cercare, trovare e rendere nota la positività legata al fenomeno dell’immigrazione e smetterla di cedere, così come si è fatto negli ultimi anni, alla cornice interpretativa dell’emergenza.







All the contents on this site are copyrighted ©.