2010-07-07 14:36:31

Assemblea dei vescovi colombiani su povertà, disoccupazione e violenza


Nel contesto delle celebrazioni del Bicentenario dell’indipendenza, 78 vescovi colombiani riuniti in Assemblea plenaria discutono dal 6 luglio sul tema: “La missione evangelizzatrice della Chiesa nella costruzione della società a due secoli della nascita della nazione”. Al centro di queste riflessioni i presuli hanno messo i problemi più pressanti proprio nel momento in cui sta per insidiarsi il nuovo presidente della Repubblica Juan Manuel Santos. Tra i temi analizzati figurano la povertà, la disoccupazione e la violenza. Sono sfide da vincere, ha osservato il presidente dell’episcopato nella sua relazione introduttiva, mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla. Il presule ha ricordato le cifre ufficiali: 2,6 milioni di colombiani senza lavoro (12%) e 52,7% di lavoratori impiegati nell’economia “in nero” o informale, tutti con un salario molto al di sotto del minimo legale. “Viviamo in un Paese immensamente ricco, eppure la metà della popolazione vive nella povertà”, ha aggiunto il presule. “ Oggi più che mai – ha aggiunto - occorre rivedere le politiche contro la povertà, consapevoli del fatto che siamo di fronte ad un processo endemico e molto complesso”. Il segretario dell’episcopato, mons. Juan Vicente Córdoba Villota, vescovo ausiliare di Bucaramanga, ha poi insistito sul bisogno di aggredire con efficacia “la breccia tra ricchi e poveri così come le cause recenti che hanno impoverito i ceti medi”. L’altro ieri, i vescovi hanno ricevuto la visita del presidente uscente, Alvaro Uribe, che ha voluto ringraziare la Chiesa per il contributo alla “costruzione di una nazione più unita e più giusta con tutti”. Ha anche ringraziato la Chiesa per saper essere “una forza critica che guarda al futuro con speranza e fiducia in tempi non facili”. D’altra parte, i vescovi hanno rinnovato la loro disponibilità a moltiplicare gli sforzi in favore della pacificazione e, in particolare, del dialogo con i gruppi armati. Sulle gestioni intraprese negli ultimi due anni per quanto riguarda il gruppo guerrigliero delle Farc, la Chiesa colombiana ha fatto sapere di ritenere opportuno di “sospendere” momentaneamente questa sua opera in attesa delle decisioni che dovrà prendere il nuovo presidente. I presuli hanno quindi auspicato una ripresa di queste conversazione convinti che il nuovo presidente sia consapevole dell’importanza di arrivare ad una totale e duratura pacificazione del Paese, unico modo di risparmiare “ai colombiani altre sofferenze, lutti e distruzioni”. Infine, il presidente dell’episcopato, mons. Rubén Salazar Gómez, ha affrontato i casi di sacerdoti coinvolti in abusi di minorenni e ha ribadito che “la Chiesa farà di tutto, e sempre di più, per evitare che questo si possa ripetere”. Al riguardo ha aggiunto che non può essere coperto nulla e “in comunione con il volere di Benedetto XVI – ha ribadito - chiediamo ancora una volta perdono alle vittime. Faremo di tutto affinché queste situazioni non si ripresentino mai più e la giustizia possa punire i colpevoli”. “Dal punto di vista ecclesiastico – ha concluso mons. Rubén Salazar Gómez - i processi e le conseguenti sanzioni continueranno regolarmente”. (A cura di Luis Badilla)







All the contents on this site are copyrighted ©.