Assemblea dei vescovi colombiani su povertà, disoccupazione e violenza
Nel contesto delle celebrazioni del Bicentenario dell’indipendenza, 78 vescovi colombiani
riuniti in Assemblea plenaria discutono dal 6 luglio sul tema: “La missione evangelizzatrice
della Chiesa nella costruzione della società a due secoli della nascita della nazione”.
Al centro di queste riflessioni i presuli hanno messo i problemi più pressanti proprio
nel momento in cui sta per insidiarsi il nuovo presidente della Repubblica Juan Manuel
Santos. Tra i temi analizzati figurano la povertà, la disoccupazione e la violenza.
Sono sfide da vincere, ha osservato il presidente dell’episcopato nella sua relazione
introduttiva, mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla. Il presule ha
ricordato le cifre ufficiali: 2,6 milioni di colombiani senza lavoro (12%) e 52,7%
di lavoratori impiegati nell’economia “in nero” o informale, tutti con un salario
molto al di sotto del minimo legale. “Viviamo in un Paese immensamente ricco, eppure
la metà della popolazione vive nella povertà”, ha aggiunto il presule. “ Oggi più
che mai – ha aggiunto - occorre rivedere le politiche contro la povertà, consapevoli
del fatto che siamo di fronte ad un processo endemico e molto complesso”. Il segretario
dell’episcopato, mons. Juan Vicente Córdoba Villota, vescovo ausiliare di Bucaramanga,
ha poi insistito sul bisogno di aggredire con efficacia “la breccia tra ricchi e poveri
così come le cause recenti che hanno impoverito i ceti medi”. L’altro ieri, i vescovi
hanno ricevuto la visita del presidente uscente, Alvaro Uribe, che ha voluto ringraziare
la Chiesa per il contributo alla “costruzione di una nazione più unita e più giusta
con tutti”. Ha anche ringraziato la Chiesa per saper essere “una forza critica che
guarda al futuro con speranza e fiducia in tempi non facili”. D’altra parte, i vescovi
hanno rinnovato la loro disponibilità a moltiplicare gli sforzi in favore della pacificazione
e, in particolare, del dialogo con i gruppi armati. Sulle gestioni intraprese negli
ultimi due anni per quanto riguarda il gruppo guerrigliero delle Farc, la Chiesa colombiana
ha fatto sapere di ritenere opportuno di “sospendere” momentaneamente questa sua opera
in attesa delle decisioni che dovrà prendere il nuovo presidente. I presuli hanno
quindi auspicato una ripresa di queste conversazione convinti che il nuovo presidente
sia consapevole dell’importanza di arrivare ad una totale e duratura pacificazione
del Paese, unico modo di risparmiare “ai colombiani altre sofferenze, lutti e distruzioni”.
Infine, il presidente dell’episcopato, mons. Rubén Salazar Gómez, ha affrontato i
casi di sacerdoti coinvolti in abusi di minorenni e ha ribadito che “la Chiesa farà
di tutto, e sempre di più, per evitare che questo si possa ripetere”. Al riguardo
ha aggiunto che non può essere coperto nulla e “in comunione con il volere di Benedetto
XVI – ha ribadito - chiediamo ancora una volta perdono alle vittime. Faremo di tutto
affinché queste situazioni non si ripresentino mai più e la giustizia possa punire
i colpevoli”. “Dal punto di vista ecclesiastico – ha concluso mons. Rubén Salazar
Gómez - i processi e le conseguenti sanzioni continueranno regolarmente”. (A cura
di Luis Badilla)