2010-07-07 16:13:55

Algeria. L'ordinazione del primo sacerdote agostiniano ad Annaba e il ricordo dei monaci uccisi nel '96 a Thibirine testimonianze della Chiesa di oggi in un Paese musulmano


3 luglio 2010
La realtà e il mistero di tutta la nostra Chiesa sono spiegati dall’ordinazione di un sacerdote: ha parlato così mons. Paul Desfarges ai fedeli della sua diocesi – quella di Costantina-Ippona, in Algeria – attraverso le pagine del numero di maggio-giugno del bimestrale “L’ècho du diocèse de Constantine et d’Hippone”, commentando la recente imposizione delle sue mani ad Annaba sul capo di padre Jose Manuel Vizcarra Gamero, il primo prete agostiniano ordinato nella basilica di Sant’Agostino. “È una grazia per la nostra Chiesa ordinare un sacerdote ad Ippona, nella nostra cara terra d’Algeria – ha detto il presule nell’omelia pronunciata il 12 giugno, giorno dell’ordinazione di padre Vizcarra Gamero, e pubblicata sul bimestrale della diocesi – il sacerdote è colui che rende presente Cristo in persona. Ma ricevendo la vita di Cristo … tutti insieme, nella Chiesa, diveniamo sua presenza sacramentale e mistica per tutto il nostro popolo. L’avventura di Sant’Agostino continua. I figli di Sant’Agostino … continuano l’avventura di Sant’Agostino nel nostro caro Paese”. Al neo sacerdote il presule ha rivelato che l’Algeria potrà fargli sperimentare la fecondità dell’amicizia e che la fecondità della vita di un apostolo è frutto dell’unione intima con Dio. Nel suo editoriale, il vescovo di Costantina-Ippona ha evidenziato che nella diocesi hanno caratterizzato questi ultimi mesi due belle testimonianze: quella appunto di padre Vizcarra Gamero, peruviano, che ha lascito il suo Paese per vivere la sua missione in Algeria, e quella dei 7 monaci trappisti di Thibirine, uccisi nel ‘96, portata alla ribalta nel giorno di Pentecoste, nell’anniversario della scoperta del testamento di frate Christian Chergé, il priore della comunità trappista, dal Festival di Cannes. La kermesse cinematografica ha attribuito il Gran Premio della Giuria e il Premio della Giuria Ecumenica al film “Des hommes et des dieux”, la pellicola che racconta la vita quotidiana di amore e preghiera proprio dei monaci di Thibirine. Delle attività nella diocesi, il bimestrale presenta le giornate diocesane di aprile, sul tema “Fare Chiesa nell’oggi di un popolo”, nel corso delle quali hanno condiviso le loro testimonianze un algerino cristiano, una religiosa dello Sri Lanka, una sposa algerina e uno studente africano. I partecipanti alle giornate hanno riflettuto su cosa fondare la comunione nell’oggi di un popolo in piena mutazione, sulla ragione della presenza della Chiesa in una terra musulmana come l’Algeria, sulle diversità che caratterizzano la società algerina e sui rapporti della Chiesa con il popolo algerino. La conclusione emersa dalle giornate diocesane è che fare Chiesa significa far sì che ciascuno possa giocare la propria parte gustando quella degli altri, e ancora che i cristiani in Algeria non formano un’isola, protetta dalle tensioni che possono dividere la Chiesa universale, dunque non sono dispensati dal costruire ponti. Negli incontri svoltisi nei diversi settori della diocesi, invece, oltre che delle esperienze di vita tra i musulmani, si è discusso dei mali dell’Africa, quali l’Aids e la corruzione, e della realtà europea in relazione a quella del nordafrica. Infine, un particolare spazio ha avuto nelle pagine del periodico della diocesi di Costantina-Ippona l’incontro dei giovani di diverse nazionalità studenti in Algeria che si è svolto a maggio a Costantina. Vi hanno preso parte ugandesi, congolesi, burundesi, camerunensi e tanzaniani che hanno condiviso momenti di preghiera in una giornata all’insegna dell’amicizia. (T.C.)







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