Malawi: messaggio dei vescovi per la conclusione dell’Anno Sacerdotale
“Il sacerdozio è una chiamata, non una carriera; uno stile di vita, non un lavoro;
un modo di essere, non una funzione; un impegno che dura tutta la vita, non un servizio
temporaneo, un’identità, non un semplice ruolo”. Così la Conferenza episcopale del
Malawi (Cem) riassume il significato della vita sacerdotale, in un lungo messaggio
pubblicato recentemente, a conclusione dell’Anno Sacerdotale. Nel documento, i vescovi
malawaiani si concentrano innanzitutto sulla “grandezza, bellezza e mistero del sacerdozio”
e ribadiscono che esso è parte fondante della tradizione della Chiesa cattolica. Quindi,
i presuli sottolineano l’importanza della vocazione, da intendere come “una chiamata
gratuita”, poiché “ciò che conta è innanzitutto "Chi chiama", cioè Dio, e non colui
che è chiamato. Perché Dio non solo chiama, ma crea in noi la capacità di rispondere”.
In virtù di questo principio, la Cem ribadisce: “Il sacerdozio non è un semplice lavoro,
ma un sacramento. Dio si serve degli uomini per essere presente, attraverso di essi,
nell’umanità ed operare al suo fianco”. E questo, continuano i presuli del Paese africano,
è vero “non solo per i sacerdoti, ma anche per tutti i credenti. Nessuno si merita
la chiamata e l’amore di Dio, ma è Dio stesso che ci rende meritevoli e decide di
chiamarci a Lui”. Poi, la Cem ricorda che la chiamata alla vita sacerdotale è una
chiamata alla vita missionaria: “Veniamo chiamati - si legge nel Messaggio – con l’unico
obiettivo di servire il popolo di Dio, così da portare avanti il servizio di Cristo
stesso. La vita del sacerdote, come quella di Cristo, è un servizio di amore”. Questo
servizio, spiegano i vescovi, include “la preghiera e l’insegnamento della Parola
di Dio, senza delegare queste funzioni a persone non adeguatamente formate; la celebrazione
dei Sacramenti; la cura pastorale delle comunità cristiane di base, delle famiglie,
degli ammalati, degli anziani, degli abbandonati e degli emarginati; la pianificazione
dell’attività pastorale”. Ma bisogna fare attenzione, puntualizza la Conferenza episcopale
del Malawi: “Per portare avanti tale missione, i sacerdoti devono condurre una vita
di disciplina e dedizione”. E in questo contesto, centrale diventa la riflessione
sull’importanza del celibato, poiché attraverso di esso “scelto e vissuto per amore
del Regno dei Cieli, un sacerdote risponde alla chiamata di imitare Cristo e di essere
totalmente disponibile per il suo ministero”. Perciò, ribadiscono i vescovi, “la sessualità
umana è un dono di Dio che richiede maturità, onestà e fedeltà. Allo scopo di proteggere
il sacramento del matrimonio, quindi, l’omosessualità, l’incesto, l’adulterio, la
promiscuità, la prostituzione e gli abusi sui minori non devono essere tollerati.
I fedeli cristiani e tutte le persone dovrebbero desistere da tali pratiche immorali”.
“Come cristiani e come nazione timorata di Dio – continua la Cem – abbiamo bisogno
di un esame di coscienza collettivo, per capire cosa fare a questo riguardo”. A conclusione
del Messaggio, i vescovi malawaiani lanciano un appello all’unità della Chiesa. (I.P.)